promosso dall’Associazione Culturale Istinti Artistici APS guidata da Maria Teresa De Pierro, in arte Merysse, con il patrocinio del Comitato Europeo delle Regioni.
L’incontro è parte della Rome Future Week, con inizio alle 11 di lunedì 15 settembre: non un semplice convegno, ma un luogo dove le idee hanno cercato la loro forma attraverso arte, sport e cittadinanza.
Ad aprire, l’onorevole Fabrizio Santori, con un richiamo semplice e vero: l’Europa non si costruisce solo nei palazzi di Bruxelles, ma nelle scuole, nei centri sportivi, nei quartieri delle nostre città.
Un invito a colmare il divario di competenze che spesso separa gli enti locali dai fondi europei e a trasformare la progettazione in lavoro condiviso, a misura di territorio.
Il cartellone ufficiale della Rome Future Week ha dato la cornice istituzionale e i protagonisti della giornata, confermando la vocazione europea della tappa romana.
Il Comm. Dott. Maurizio Pedrini, segretario nazionale dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia, ha intrecciato memoria personale e visione civile, indicando nella creatività una forma di cittadinanza attiva.
Musica, arte e sport come linguaggi universali, capaci di costruire ponti e non muri, e i giovani come veri protagonisti di ciò che verrà: parole che in sala hanno suonato come un impegno e non come uno slogan.
Il suo nome nella line-up ufficiale, insieme a quello di altri relatori, ha restituito la fisionomia corale dell’evento.
La Dott.ssa Maria Antonia Spartà, Vice Questore della Polizia di Stato, ha portato l’esperienza delle forze dell’ordine, legando legalità, prevenzione e cultura.
Ha ricordato che la violenza di genere non è mai un fatto privato: ogni donna che perde la vita lascia un vuoto che diventa ferita sociale.
E ha spiegato che le regole, anche quelle europee, non sono burocrazia sterile ma argini di convivenza: come un codice della strada, proteggono vite. Un discorso ruvido e necessario, in sintonia con la rotta europea di coesione e diritti.
Poi la musica ha preteso il suo spazio.
Il violinista Gaspare Maniscalco, volto dell’orchestra del Festival di Sanremo e collaboratore di grandi maestri come Ennio Morricone, ha parlato della bellezza della musica italiana e del paradosso di un Paese che chiude orchestre stabili mentre l’Europa le difende.
Ha chiesto più musica nelle scuole, con docenti preparati, come antidoto all’alienazione digitale e alla frammentazione emotiva.
Il suo profilo professionale e la presenza in programma hanno dato peso e tono a un appello che riguarda l’educazione di tutti.
Tra i passaggi più originali, la moda sostenibile. La stilista Barbara Basciano, romana, ha raccontato il proprio lavoro di alta moda costruito su materiali di qualità e riciclo intelligente:
dare nuova vita a un capo, anche quando ha vent’anni, è un atto creativo ma anche etico, una cura contro lo spreco e una dichiarazione d’amore per la manifattura italiana.
Il suo nome era fra i relatori accanto a sceneggiatrici, avvocati-cantautori e promotori culturali, fotografia di un parterre volutamente ibrido.
Il palco ha respirato anche grazie alla soprano Mariana Lina Altamira, capace di sospendere il tempo con un inedito di rara intensità, e grazie alla stessa Merysse, che ha trasformato in musica le parole del pubblico componendo dal vivo un brano-saluto:
un gioco serio, quasi un laboratorio condiviso, dove l’improvvisazione si è fatta gesto comunitario.
A chiudere, il Merysse Acoustic Duo con Michele Bertasi alla chitarra, firma riconoscibile di un percorso che dalla periferia di Bravetta sta prendendo la via d’Europa con tappe annunciate e un passaggio simbolico a Bruxelles.
In mezzo alle voci si sono alternati gli onorevoli Simone Billi e Matteo Bianchi, il progettista europeo Giuseppe Palma, il referente UNSIC Alessandro Rossano, l’avvocato-cantautrice Valentina Ambrosio, gli artisti Gianfranco Balvetti e Rosa Lofosco.
La locandina ufficiale e i lanci stampa hanno ricomposto il mosaico dei contributi, dando corpo a un’agenda che tiene insieme istituzioni, terzo settore e palchi.
Anch’io ho preso la parola e ringrazio Maria Teresa dell’opportunità e della fiducia che mi ha permesso di presentare il mio percorso professionale e umano.
Ho parlato da militare, ma soprattutto da scrittore e curatore letterario, da conduttore radiofonico e giornalista: attività che porto avanti su base volontaria, perché credo che la cultura sia un gesto di responsabilità civile.
Il cuore del mio intervento è stato il libro Lasciato Indietro (Armando Editore), che considero il mio cavallo di battaglia.
Per il quale ho dato appuntamento per il 26 settembre alle 18.30 al Giardino dell’acqua Paola.
Non solo un titolo, ma un invito a intrecciare resilienza e speranza, a dare voce a chi rischia di restare invisibile.
Ho voluto ribadire che nessuno deve sentirsi escluso o dimenticato: né dall’Europa, né dalla possibilità di ricominciare.
Con mia grande sorpresa, le mie parole sono state accolte come una testimonianza che si intrecciava con i temi portati dagli altri relatori.
Non un intervento isolato, ma parte di un dialogo che ha trovato eco nella sala, suscitando cenni di assenso e qualche riflessione condivisa.
Per me è stato quasi un momento di profonda emozione, non tanto personale quanto legato all’importanza dell’evento e del luogo.
Parlare a Palazzo Valentini, davanti a voci autorevoli e prospettive diverse, ha reso la mia esperienza un tassello dentro un quadro più grande, quello di un’Europa che chiede di essere vissuta e raccontata con semplicità, responsabilità e speranza.
Il denominatore comune della conferenza è stato chiaro e testardo: la cultura come infrastruttura sociale. Nelle parole di Santori, la politica torna strumento di prossimità;
in quelle di Pedrini, creatività e sport diventano cittadinanza attiva; nella voce di Spartà, la legalità si fa tutela dei diritti; nella visione di Maniscalco, l’educazione musicale diventa politica pubblica; nell’atelier di Basciano,
la moda etica si traduce in economia circolare; nella musica di Merysse, l’Europa smette di essere una mappa e diventa relazione.
È lo stesso spirito che ha informato la cornice istituzionale dell’evento, raccordando cittadini, territori e istituzioni sotto l’egida del Comitato Europeo delle Regioni e dentro il cartellone della Rome Future Week.
Dino Tropea è scrittore e autore di tre libri: Lasciato Indietro (Armando Editore), Ombre e Luci di un Cammino (Laura Capone Editore) e Il regno sommerso di Coralyn (VJ Edizioni Milano). La sua scrittura, empatica ed evocativa, intreccia narrativa, poesia e riflessione sociale, con un’attenzione particolare ai temi della resilienza, della memoria e della speranza.
Oltre all’attività letteraria, è redattore per Mondospettacolo.com e TalkCity.it, dove racconta eventi, musica, teatro e cultura con uno stile coinvolgente e appassionato. Cura progetti editoriali come curatore letterario e conduce programmi radiofonici che danno voce a storie di rinascita, arte e impegno sociale.
Per conoscere meglio il suo percorso, leggere i suoi articoli e seguire le sue attività, è possibile visitare dinotropea.it, punto di accesso ai suoi profili social ufficiali.
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