Circolano sull’indizione dei referendum consultivi a S. Marinella una serie di spauracchi relativi ai costi proibitivi di questa democratica consultazione; malgrado il nuovo Regolamento Referendario sia stato introdotto anche con i voti dall’attuale maggioranza.
L’obiezione sui costi, detta da chi ha recentemente inondato la città di libretti patinati finalizzati a magnificare i risultati della propria Giunta; risulta quanto meno paradossale.
Comunque non è vero quanto si dice sul Referendum, che ad ogni singolo elettore debba essere recapitato addirittura per raccomandata per informarlo sulla data, sede e numero della sezione elettorale.
All’art. 32 del Regolamento referendario si legge che il Sindaco avvisa gli aventi diritto al voto mediante la consegna a mezzo postale ordinaria (non raccomandata) oppure tramite canali telematici certificati.
Inoltre i votanti appartenenti allo stesso nucleo familiare sono oggetto di un unico avviso.
Più volte è stato fatto notare, anche in consiglio comunale, che riceviamo dal Comune una serie di avvisi postali cartacei a cui la comunicazione referendaria potrebbe essere allegata a costo zero (pensiamo alla TARI) ma l’espediente è stato respinto senza alcuna motivazione.
Altra voce di spesa sarebbe la costituzione dei seggi, immaginati su modello di quelli elettorali. In realtà all’art. 31 si dice che è Il Sindaco a determinare il numero dei seggi nell’ambito dei plessi scolastici. Anche sui giorni di consultazione c’è molta confusione: si parla di due giorni mente il regolamento parla di un giorno solo.
Altra fake circolante è che il risultato della consultazione debba essere ufficializzato dal Prefetto in persona, mentre il regolamento parla di “Prefetto o suo delegato” (art. 41).