Il piano introduce il criterio delle “unità fisiografiche” per gestire gli interventi in modo organico, evitando soluzioni frammentarie

Tra il 2006 e il 2020 Roma ha perso il 14,7% delle sue spiagge, pari a oltre 30 ettari di sabbia: come 43 campi da calcio.
È il dato più allarmante dell’erosione che colpisce tutto il litorale del Lazio, con il 29,7% delle coste in arretramento e punte del 35,9% nella provincia di Roma.
Per contrastare questa emergenza, la Regione Lazio ha approvato il Piano per la difesa integrata delle coste, promosso dal presidente Francesco Rocca insieme alla vicepresidente Roberta Angelilli e all’assessore Fabrizio Ghera.

Il programma prevede 46,2 milioni di euro di investimenti nell’ambito del FESR 2021-2027, per completare opere già avviate e avviarne di nuove tra il 2025 e il 2028.
Il piano, redatto in collaborazione con l’Università Roma Tre, introduce il criterio delle “unità fisiografiche” per gestire gli interventi in modo organico, evitando soluzioni frammentarie.
Sono previste sei aree operative, due accordi quadro per accelerare i lavori, tre cave marine per il reperimento di sabbia (circa un milione di metri cubi) e 1 milione di euro destinato ai Comuni per interventi urgenti durante l’inverno.

Fondamentale sarà anche il monitoraggio con droni e immagini satellitari, per verificare l’andamento della linea di costa per almeno tre anni. Particolare attenzione verrà riservata alle Isole Pontine, con uno studio specifico sulla loro vulnerabilità.
L’obiettivo è costruire un “Patto per le coste laziali”, che coinvolga istituzioni, enti, imprese e cittadini per salvaguardare ambiente, paesaggio e identità culturale.
“Vogliamo fare in modo che le coste tornino a essere visibili e vivibili – ha dichiarato Rocca – perché generano benessere, ricchezza e bellezza. Questa è una scelta che difende la memoria collettiva”.
TalkCity.it Redazione
