La Rete degli Studenti Medi incalza la Regione Lazio: “Ascoltateci”

Dimensionamento scolastico

Una sentenza del TAR del Lazio mette in discussione il piano di dimensionamento scolastico nella provincia di Viterbo, approvato nei mesi scorsi dalla Giunta regionale guidata dal presidente Francesco Rocca.

Un esito accolto con soddisfazione, ma senza trionfalismi, dalla Rete degli Studenti Medi del Lazio, che rilancia la propria battaglia: “La lotta non si ferma qui. Rocca, ascoltaci”.

“È un primo passo avanti – dichiara Bianca Piergentili, coordinatrice regionale della Rete – frutto di una lotta che dura da mesi e che ha visto coinvolti student3, genitori, docenti, sindacati, partiti e amministratori locali.

Ma non è abbastanza, e non ci fermeremo”.

Il piano regionale prevedeva l’accorpamento di numerosi istituti scolastici, con l’obiettivo dichiarato di

razionalizzare la rete scolastica.

Ma secondo la Rete degli Studenti Medi e molte altre componenti della scuola pubblica, il

dimensionamento scolastico colpisce duramente la qualità dell’istruzione, riduce l’autonomia degli

istituti e compromette il rapporto educativo tra studenti e docenti.

“Abbiamo manifestato più volte contro questa decisione – prosegue Piergentili – raccogliendo firme, scioperando davanti alla Regione, chiedendo un confronto.

Ma da parte del presidente Rocca c’è stato solo silenzio e arroganza”.

Un appello alla Regione: “Fermatevi, ascoltateci”

Con l’annullamento del piano a Viterbo, la Rete degli Studenti Medi rilancia la richiesta che tutta la

Regione Lazio riveda la propria posizione, invitando Rocca a fare un passo indietro e ad aprire un tavolo

di confronto con la comunità scolastica.

“Quella del TAR non è solo una vittoria legale – sottolinea la Rete – ma la dimostrazione che ignorare studenti, insegnanti e famiglie è un errore politico e istituzionale.

Le scuole non si governano dall’alto con logiche aziendali. Servono partecipazione, ascolto e investimenti”.

Il messaggio che arriva dagli studenti è chiaro: la protesta non si ferma. La battaglia per una scuola

pubblica più giusta, inclusiva e partecipata proseguirà, con nuove iniziative e mobilitazioni.

E ora che anche la giustizia amministrativa ha sollevato dubbi sul piano di dimensionamento, la Regione è chiamata a rispondere non con imposizioni, ma con il dialogo.

TalkCity.it Redazione

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