A Barletta, la Fondazione ILMC del Maestro Francesco Lotoro custodisce le musiche nate nei campi di concentramento. Un patrimonio dell’umanità che chiede ascolto, sostegno e cuore

Ci sono puntate che non si conducono: si vivono. Quella con il Maestro Francesco Lotoro, a Ogni Giorno è una Storia, è stata così.

Avevo preparato domande, appunti, cronologia. Ma dopo pochi minuti tutto è diventato ascolto.
La mia voce, solitamente ferma, si è fatta più lenta, più rotta, quasi timida. Perché quando un uomo ti parla della musica nata nei campi di sterminio, non puoi restare neutro.

Puoi solo commuoverti, e custodire il silenzio. Lotoro non racconta: fa rivivere. Mentre parlava, ho avuto la sensazione che ogni sua parola avesse il peso di un nome, di una vita, di una nota che non voleva morire.

A Barletta, nella sede della Fondazione ILMC – Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria, lui e i suoi collaboratori custodiscono migliaia di spartiti scritti nei ghetti, nei lager, nei gulag, nei campi di prigionia.

Opere nate tra la fame, la paura, la speranza. Partiture tracciate su carta igienica, su sacchi di juta, su pezzi di cartone. Molte altre ancora da scoprire, da trascrivere, da far suonare al mondo.

Quando gli ho chiesto che cosa provasse nel tenere tra le mani quei fogli, ha fatto una pausa lunga, quasi sacra.

“È come toccare la vita di chi non c’è più.”

Ascoltate la puntata, condividetela, raccontatela. Aiutate chi custodisce questo suono fragile e potente, perché senza memoria non c’è musica e senza musica non c’è umanità.

E in quel momento tutto si è fatto silenzioso. La regia non ha staccato, io non ho interrotto. C’era solo quel respiro, quel suono sottile che si chiama memoria.

Quella musica non è un esercizio estetico. È un testamento morale. E la Fondazione ILMC è oggi una delle più grandi custodi di questo patrimonio dell’umanità, riconosciuto dall’UNESCO ma ancora troppo poco sostenuto.

Durante la diretta, mi sono accorto che stavo vivendo una pagina di storia viva, non raccontata nei libri ma suonata con la voce di chi la ricerca da una vita.

E ho pensato che questa puntata non doveva finire lì, ma continuare dentro chi ascolta. Perché la memoria non appartiene al passato: è una forma di resistenza.

Sul sito ufficiale (fondazioneilmc.it) è possibile contribuire, anche con una piccola donazione, a mantenere viva questa missione: restaurare, digitalizzare, diffondere, educare. Ogni gesto è un modo per dire: noi non dimentichiamo.

A Barletta, in un archivio che profuma di carta e silenzio, ci sono melodie che aspettano solo di tornare a vivere.E finché ci sarà qualcuno disposto ad ascoltarle, nessuna di loro sarà perduta.

Il suono della memoria non si spegne. Vibra ancora, ogni volta che scegliamo di non girarci dall’altra parte.

Dino Tropea TalkCity.it Web Radio

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Dino Tropea è scrittore e autore di tre libri: Lasciato Indietro (Armando Editore), Ombre e Luci di un Cammino (Laura Capone Editore) e Il regno sommerso di Coralyn (VJ Edizioni Milano). La sua scrittura, empatica ed evocativa, intreccia narrativa, poesia e riflessione sociale, con un’attenzione particolare ai temi della resilienza, della memoria e della speranza.

Oltre all’attività letteraria, è redattore per Mondospettacolo.com e TalkCity.it, dove racconta eventi, musica, teatro e cultura con uno stile coinvolgente e appassionato. Cura progetti editoriali come curatore letterario e conduce programmi radiofonici che danno voce a storie di rinascita, arte e impegno sociale.
Per conoscere meglio il suo percorso, leggere i suoi articoli e seguire le sue attività, è possibile visitare dinotropea.it, punto di accesso ai suoi profili social ufficiali.

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