La nascita del nuovo ente che raggruppa i Comuni del Litorale Alto Lazio è ad un passo dal realizzarsi, ma c’è ancora chi ne fa un tema politico cercando di tutelare gli interessi dell’attuale Area Metropolitana

All’indomani della tornata elettorale che ha sancito l’acclamazione di Sindaci del centro-sinistra a Civitavecchia e Tarquinia, c’è chi non perde tempo a dare un senso politico anche al progetto della Nuova Provincia Porta d’Italia.

Un Consigliere Comunale d’opposizione a Fiumicino, ad esempio, ha postato sul profilo Social un suo personale pensiero (parlando anche a nome di chi non si è assolutamente espresso in merito) circa la decisione dei nuovi Sindaci di osteggiare il progetto “Porta d’Italia”.

Intanto il titolo “Ennesimo flop dell’Amministrazione Baccini” stona con la batosta elettorale presa da lui e dalla sua coalizione appena un anno fa; e questa è storia e non considerazioni personali.

Poi, sempre la storia, ci dice che Comuni amministrati da Sindaci di Sinistra come Santa Marinella e Cerveteri hanno già detto SI al progetto, votandolo in Consiglio Comunale.

Stessa cosa vale per Civitavecchia dove l’iter è già avviato e l’intelligente neo-Sindaco Marco Piendibene, uomo si di sinistra ma non con il paraocchi, saprà valutare cosa è meglio per i suoi concittadini che dovrà rappresentare, ancor prima di dover rispondere ad ordini impartiti da Roma.

E’ un vero peccato che uomini (…e donne) di paventata capacità amministrativa non abbiano ancora capito che il distaccarsi di alcuni Comuni dal controllo capitolino sia un vantaggio che deve andare oltre gli interessi di bandiera.

Per Tarquinia, visto che l’intraprendente consigliere di Fiumicino parla anche a nome del neoeletto Sposetti, il discorso è diverso… la cittadina Etrusca sposando il progetto andrebbe a guadagnare l’appartenenza ad una Provincia che offrirebbe, attraverso uno scalo aeroportuale internazionale ed uno marittimo tra i più importanti del Mediterraneo, una visibilità e dei vantaggi economici che restando ancorata a Viterbo non potrebbe mai neanche sognare.

Il treno della Provincia Porta d’Italia non passerebbe un’altra volta e, comunque, è un treno in corsa che nessuno riuscirebbe ormai a fermare.

Corrado Orfini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *