Il Parroco Don Alberto Mazzola intervistato da Marco Di Marzio: “Lavori necessari, all’interno di una città molto cambiata dal mio arrivo in parrocchia nel 1978”

L’impalcatura che avvolge il campanile, soffermandone l’attenzione, ci indica che sono in corso
importanti lavori di restauro presso la Parrocchia di Santa Maria del Rosario a Ladispoli, la più
antica del territorio urbano della città, inaugurata nel 1913, completata nel 1930 e successivamente
ampliata tra il 1964 e il 1966.

Ne parliamo con lo storico Parroco Don Alberto Mazzola, Vicario generale della Diocesi di Porto Santa Rufina, nonché cittadino onorario di Ladispoli.

Don Alberto, i cantieri in corso al campanile ci dicono che sono in essere importanti lavori di ristrutturazione presso la Parrocchia di Santa Maria del Rosario, cosa riguardano in dettaglio?

Oltre alla torre campanaria, i cantieri aperti in questi mesi riguardano anche la ristrutturazione
l’ex sala cinema, nel tempo divenuta sala polivalente della parrocchia.

Gli interventi, racchiusi in un pacchetto unico, sono stati resi possibili grazie ai finanziamenti ricevuti dalla Conferenza Episcopale, attraverso i firmatari dell’8 x 1000, dalla Diocesi di Porto Santa Rufina, oltre a quelli ottenuti mediante mutuo dalla stessa Parrocchia.

Cosa riguardano gli interventi sulla torre campanaria?

La torre campanaria necessitava di un restauro completo, risultando più in sicurezza e destando
forti preoccupazioni per la sua ubicazione lungo Via Odescalchi, una delle arterie stradali più
importanti di Ladispoli.

Quindi, la scommessa era o perdere per sempre il campanile o porre mano per salvarlo. Le sue fondazioni, dopo molte indagini effettuate, sono risultate essere molto fragili, poiché immerse nel fango, nell’argilla e nell’acqua essendo prossimi al mare. Dopo aver elaborato molti progetti, con l’Ufficio Economato della Curia di Porto Santa Rufina, visionati dall’ufficio di competenza della Conferenza Episcopale per la nuova edilizia di culto, si è deciso di dare inizio ad un cantiere suddiviso in tre fasi.

Nella prima sono state visitate le fondamenta, rafforzandole, nella seconda, invece, si è operata la fasciatura, visibile a tutti, del campanile, con catene d’acciaio sia in orizzontale che in verticale, ricorrendo all’innovativo sistema edilizio CAM. Ora siamo nella terza fase, che riguarda il tamponamento delle quattro colonne costituenti la torre e la sostituzione della cupola con una più leggera in acciaio.

Terminati i lavori la torre assumerà un volto più classico rispetto all’attuale, “anomalo”, anche esposto agli agenti atmosferici.

E per l’ex sala cinema?

In merito all’ex sala cinema, poi nel tempo divenuta sala polivalente della Parrocchia per la città, gli interventi di ristrutturazione hanno riguardato la messa a norma della sala, con la creazione in particolare dei bagni e di un sistema di riscaldamento e di raffreddamento, in modo da farla funzionare ottimamente per tutto l’arco dell’anno.

Stima fine lavori?

Quelli riguardanti la sala polivalente sono ormai a buon punto, mentre quelli del campanile ora
sono tornati a procedere speditamente, dopo l’ultimo visto ottenuto dal Genio Civile.

La speranza è di dare un nuovo volto della Parrocchia alla città per il prossimo mese di settembre.

Uscendo dal tema edilizio, ma rimanendo nell’argomento trattandosi di una struttura storica della città: da storico Parroco, come ha visto e vede Ladispoli?

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Di questa Parrocchia ne sono stato il Viceparroco, arrivato nel 1978 e successivamente Parroco dal 1988. Andando indietro con la memoria, debbo constatare che abbiamo fatto dei passi indietro nel concetto di “comunità”. Quando sono arrivato io, Ladispoli aveva poco più di 8 mila abitanti, tutti ci si conosceva e vi era una dimensione immediata nei rapporti umani.

Basti pensare che la città stessa era a livello urbanistico molto più piccola, non c’erano ancora i quartieri Miami e Cerreto e Via Claudia nei mesi invernali era quasi disabitata. Era una cittadina che si popolava d’estate, ma che terminata la stagione dei bagni tornava a quella dimensione pocanzi detta di rapporti immediati.

Adesso, dopo 46 anni, che siamo arrivati a superare i 40 mila abitanti, questa dimensione l’abbiamo persa e tutto è più complicato. A queste considerazioni scatta un poco di nostalgia, compensata però dal fatto che Ladispoli è divenuta oggi una “Città”, completa e viva 365 giorni l’anno.

Riceviamo e pubblichiamo

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