<< Finalmente è stato presentato il programma per le festività natalizie a Ladispoli.
La nostra amministrazione, che non bada a spese, ha scelto due ospiti d’eccezione per l’ evento di Capodanno: Guè Pequeno e Emis Killa.
Di Emis Killa, già ospite allo scorso Summerfest 2022, ne avevamo già parlato per l’assurdità dei suoi testi e dell’incitamento alla violenza anche contro le donne, e della sconclusionata idea di farlo esibire a Ladispoli.
Mentre l’Italia intera cerca di affrontare la piaga dei femminicidi e della violenza di genere con manifestazioni, incontri e dibattiti, Ladispoli colpisce ancora per l’assenza di qualsiasi iniziativa.
La presentazione del programma natalizio, non poteva essere proprio fermato!
Il benessere di questi “eventi”, finisce sempre nelle solite tasche, sempre alle stesse persone, sempre nelle stesse strade. Ai cittadini solo disservizi e noie.
E per migliorare la città, nonostante tutta questa ricchezza, si continua a chiedere prestiti milionari per rifare strade e marciapiedi, mentre gli artisti vengono subito liquidati “cash” con oneri altissimi >>.
Circolo Sinistra Italiana Litorale Nord “Mahsa Amini”AMP
Non si è fatta attendere la risposta del Consigliere alle politiche giovanili, Riccardo Rosolino:<< Sottovalutare le capacità intellettive e di comprensione del testo della nuova generazione credo che sia il modo peggiore per combattere la violenza di genere. Contrariamente, anzi, perpetua ulteriori ostilità senza andare alla risoluzione di un problema.
Il genere rap, così come la trap, nasce da contesti sociali molto delicati. Si manifesta come un grido, una denuncia a delle realtà che non tutti (fortunatamente) conoscono. E come spesso accade in questi casi per denunciare un contesto si utilizza l’ostentazione, niente altro che uno scudo alle proprie debolezze.
Affermare questo significa mancare di rispetto anche al nostro punto di vista, quello dei giovani, ai nostri gusti o scelte musicali. Spesso queste ultime sono infatti semplicemente preferenze di una musicalità piuttosto che un’altra, vissute con molta più leggerezza e serenità di come le si vuole dipingere creando una seconda linea d’odio.
La musica non ha il ruolo di educare. Così come nessun altro mezzo lo può avere al posto di una famiglia, una scuola, un contesto sociale in cui si vive.
Altrimenti dovremmo pensare ogni giorno alla donna nella sua versione oggetto, così come viene perpetrata continuamente anche solo dai programmi di intrattenimento vari, in qualsiasi fascia oraria.
Il significato che noi traduciamo da una canzone, un saggio, un articolo, un film, un podcast, è solo ed esclusivamente il risultato dell’ambiente che ci ha cresciuti. Un problema da curare alla radice, non cercando altri sotterfugi.
Siamo giovani e pensanti. Se non amassimo e portassimo rispetto a donne e persone in genere, il problema sarebbe sicuramente più serio che da attribuire ad una canzone.
Vista da noi, oltretutto, solo come un momento di svago >>.
Riccardo Rosolino Consigliere delegato alle Politiche giovanili.AMP
Riceviamo e pubblichiamo