Vado al massimo… Elly la rossa alla scalata del Pd
Vasco Rossi festeggia in questi giorni i 40 anni di “Vado al massimo”, il brano forse più amato del rocker emiliano, inno alla vita e manifesto delle generazione dei primi anni 80.
E al massimo va anche Elly Schlein, astro nascente della sinistra italiana, figlia dei rampanti anni 80 e ora ben decisa a scalare la vetta del Pd andando all’arrembaggio della poltrona di Enrico Letta.
Come Vasco anche Elly parte dall’Emilia rossa e gaudente, ex roccaforte comunista che ha vissuto non senza conflitti la progressiva dissoluzione dei valori della classe operaia e la perdita del simbolo falce e martello.
Donna, under 40, dichiaratamente omosessuale, ecologista, radicale ma non populista, Schlein incarnerebbe sia l’immagine del rinnovamento interno che della questione di genere e dei diritti civili, con un profilo non troppo ostile al sistema.
Certo, se l’obiettivo è rilanciare il Pd uscito malconcio (ma non steso) dalle elezioni parlamentari di settembre richiamandosi ai valori del lavoro e dell’integrazione sociale, la Schlein non appare certo la candidata ideale.
Sì perchè la 37enne italo-americana, che ha anche la cittadinanza svizzera essendo nata a Lugano non può certo essere il megafono di una classe operaia ormai al tramonto travolta da globalizzazione, digitalizzazione e precariato.
Piuttosto è espressione di una certa elite radical-chic, di cui il Pd è diventato negli ultimi anni indiscusso portavoce in politica.
Schlein, anni fa giovane volontaria nella campagna elettorale di Barack Obama, è mediatica e piace a molti elementi di punta del firmamento dem tra cui Dario Franceschini che per Elly si sbilancia molto: “Lei è una sveglia”. Sveglia Schlein lo è senza dubbio.