Immaginiamo di avere Lucio Battisti nella nostra redazione per un’intervista introvabile altrove. Una conversazione diretta, intima e sincera con uno dei più grandi artisti italiani di sempre

Lucio, grazie per essere qui con noi oggi. Sei un’icona della musica italiana, eppure hai sempre mantenuto un certo distacco dai riflettori. Iniziamo con una domanda classica: perché non hai mai partecipato a Sanremo?
Lucio Battisti: <<Grazie a voi. Sanremo è sempre stato un palcoscenico importante per la musica italiana, ma ho sentito fin da subito che non era il mio ambiente.
Io ho sempre creduto che la musica dovesse arrivare direttamente alle persone, senza bisogno di competizioni o voti.
Inoltre, il Festival ha delle dinamiche che non mi appartengono: canzoni tagliate, necessità di adattarsi ai tempi televisivi… Preferivo che il mio pubblico mi ascoltasse senza filtri, attraverso i dischi.>>

Nonostante ciò, alcune tue canzoni sono diventate successi anche senza il trampolino del Festival. Pensi che la tua carriera sarebbe stata diversa se avessi partecipato?
Lucio Battisti: <<Non credo. Le mie canzoni sono arrivate al cuore delle persone proprio perché erano libere, nate da un’esigenza espressiva e non da un’esigenza commerciale.
Certo, magari avrei avuto più esposizione all’inizio, ma alla lunga credo che la mia strada fosse già segnata: fare musica senza compromessi.>>

Un sodalizio fondamentale della tua carriera è stato quello con Mogol. Come nasceva una vostra canzone?
Lucio Battisti: <<Il nostro rapporto era quasi magico. Io e Giulio (Mogol) avevamo un’intesa speciale: spesso lui scriveva un testo e io lo musicavo, ma altre volte accadeva il contrario.
Non c’era una formula fissa, era un dialogo continuo tra parole e note.
Ricordo che facevamo lunghissime passeggiate a cavallo nella campagna umbra, e parlando di vita, di amori, di emozioni, nascevano le idee per le canzoni.>>

Poi però il sodalizio si è interrotto. Cos’è successo davvero?
Lucio Battisti: <<È stata una scelta naturale, inevitabile. Io sentivo il bisogno di sperimentare nuove strade musicali, di allontanarmi dalle sonorità che avevamo creato insieme.
Con Mogol abbiamo scritto pagine meravigliose della musica italiana, ma io ero in una fase della mia vita in cui volevo esplorare nuovi mondi. Non c’è stato rancore, solo la voglia di seguire percorsi diversi.>>

Guardando indietro, c’è una canzone a cui sei più legato?
Lucio Battisti: <<È difficile sceglierne una. Ogni canzone è un pezzo della mia vita, un frammento di emozioni.
Se proprio devo dirne una, forse “Il mio canto libero”. È un brano che rappresenta perfettamente la mia visione della musica e della libertà artistica.>>

Lei si è ritirato presto dalle scene sottraendosi all’affetto del suo pubblico. Con il senno del poi e considerando la sua dipartita da questo mondo in età giovane… Rifarebbe la stessa scelta?
Lucio Battisti: <<Questa è una domanda complessa. Quando ho deciso di ritirarmi dalle scene, l’ho fatto con piena consapevolezza.
Non ho mai vissuto la musica come un’esibizione continua, né ho mai sentito il bisogno di apparire per giustificare la mia arte.
Sentivo che il mio percorso pubblico si era compiuto e che la mia ricerca musicale dovesse proseguire lontano dai riflettori.
Se avessi saputo che la mia vita sarebbe stata così breve? Non credo che avrei cambiato idea.
Ho sempre pensato che la qualità del tempo fosse più importante della quantità. Ho vissuto come volevo vivere, senza compromessi, e questo mi ha dato pace.
Il pubblico mi ha dato tanto, ma io ho restituito tutto attraverso le mie canzoni. E credo che, ancora oggi, la mia musica continui a parlare per me.>>
Lucio, grazie per questa chiacchierata. La tua musica continua a ispirare intere generazioni.
Lucio Battisti: <<Grazie a voi. La musica, se è vera, non ha tempo.>>
TalkCity.it Redazione


Battisti ha sì partecipato a Sanremo! Nel 1969 con “Un’avventura”, arrivò 9°. E Battisti con Mogol ha SEMPRE scritto prima la sua musica sulla quale poi venivano scritti i testi.
Grazie Eugenia <3