In questa intervista ipotetica, immaginiamo di accogliere Alda Merini nella nostra redazione. La poetessa milanese ci parla della sua vita, del suo lavoro e di come le sue esperienze abbiano influenzato il cambiamento culturale e sociale delle generazioni successive

Benvenuta, Alda. È un onore averti qui con noi. Partiamo da una domanda fondamentale: chi era Alda Merini, secondo Alda Merini?
Alda Merini: <<(Sorride) Una donna che ha sempre lottato con i suoi demoni, ma che ha avuto il dono di trasformarli in poesia.
Non mi sono mai definita una “poetessa”, ma una donna che scrive per dare un senso al caos. Ho vissuto tra luce e ombra, tra normalità e follia, ed è proprio in quell’abisso che ho trovato me stessa.>>

Parlare di “ombra” è inevitabile quando si racconta la tua vita. Quanto ha influito il tuo periodo in manicomio sulla tua poetica e sulla tua visione del mondo?
Alda Merini: <<Il manicomio è stato una ferita, ma anche una scuola. È lì che ho toccato il fondo della sofferenza umana, ho visto le anime distrutte e le speranze perdute.
Eppure, è stato anche un luogo di scoperta. Lì ho imparato che la fragilità non è una debolezza, ma una parte essenziale dell’essere umano.
Quelle esperienze mi hanno insegnato a scrivere con onestà, a spogliare la parola di ogni artificio.>>

Le tue poesie affrontano temi complessi come l’amore, il dolore, la follia, la maternità. Hai sentito il peso di rompere tabù in un’epoca in cui era difficile parlare di questi argomenti?
Alda Merini: <<Assolutamente. Sono nata in un tempo in cui le donne dovevano essere silenziose e obbedienti. Parlare di certi temi era considerato scandaloso.
Ma io ho sempre pensato che il dolore e l’amore siano universali, non appartengono a un genere o a un’epoca. Le mie parole hanno fatto paura a qualcuno, certo, ma hanno anche dato voce a chi non poteva o non sapeva come esprimersi.>>

Le generazioni successive, soprattutto le giovani donne, ti considerano un’icona di libertà. Che messaggio lasceresti loro?
Alda Merini: <<Direi di non avere paura della loro vulnerabilità. Oggi si vive in un mondo che ci chiede di essere sempre forti, perfetti, vincenti.
Ma io credo che la bellezza stia nella fragilità, nell’imperfezione, in quella capacità di cadere e rialzarsi. Le donne sono portatrici di una forza antica, che nasce dalla loro sensibilità. Non dimenticatelo mai.>>

Sei conosciuta per il tuo stile unico e il tuo uso intenso delle immagini poetiche. Da dove trai ispirazione per i tuoi scritti?
Alda Merini: <<L’ispirazione può arrivare da qualsiasi cosa — dal sole al tramonto, dai volti delle persone incontrate nella vita quotidiana o dalle mie emozioni più profonde.
Talvolta basta uno sguardo o un suono per scatenare una tempesta dentro di me; altre volte ci vogliono giorni interi prima che riesca a mettere insieme le parole giuste.>>

Hai mai pensato a come la tua arte potesse cambiare nel tempo? Se sì, quali direzioni vorresti esplorare nei tuoi futuri lavori
Alda Merini: <<Credo che l’arte sia in continua evoluzione così come lo siamo noi stessi come individui.
Ogni esperienza nuova arricchisce il mio bagaglio emotivo e poetico; non so dove mi porterà questo viaggio futuristico della mia creatività, ma sono aperta alle possibilità!
Magari approfondirò temi legati all’amore universale o alla connessione tra esseri umani.>>

Infine, quale messaggio vorresti lasciare ai giovani poeti o agli artisti emergenti là fuori?
Alda Merini: <<Scrivete sempre con sincerità! Non abbiate paura del giudizio degli altri; ogni parola espressa è parte del vostro essere autentico.
Abbracciate i vostri sentimenti — siano essi gioiosi o dolorosi — perché sono questi sentimenti a rendervi vivi e capaci di raccontare storie significative.>>
Grazie mille Alda per aver condiviso con noi i tuoi pensieri così profondamente toccanti oggi.
Alda Merini: <<Grazie a voi! Ricordate sempre: la poesia salverà il mondo!>>
TalkCity.it Redazione

