Per il secondo week-end pubblichiamo le interviste ai personaggi importanti della nostra Italia se solo avessero avuto, ancora in vita, la possibilità di visitare la nostra redazione

Signor Sordi, è un grande onore poter immaginare questa conversazione con lei. Partiamo subito: cosa pensa del mondo dello spettacolo e del cinema italiano di oggi?
Alberto Sordi: <<Ah, regà… “Io so’ io, e voi nun siete un c…”!
Scherzo, ma sai, oggi vedo un mondo dello spettacolo che si prende un po’ troppo sul serio, come se volesse dimostrare qualcosa a tutti i costi.
Ai miei tempi, il cinema era fatto da gente che raccontava la vita, senza fronzoli. C’era tanta verità, tanta voglia di parlare al popolo.
Adesso è tutto più complicato, più ingessato, e a volte si perde di vista il cuore delle storie.
Però ci sono dei giovani che meritano e che sanno dare qualcosa di nuovo.
Ma ricordiamoci sempre: il cinema italiano dev’essere “nostro,” deve parlare di noi, delle nostre vite.
Non dobbiamo scimmiottare gli americani.>>

Se potesse scegliere, con quale attore italiano di oggi avrebbe lavorato?
Alberto Sordi: <<Guarda, me piacerebbe lavorare con Pierfrancesco Favino, uno che ha proprio la faccia da italiano, da quello che riesce a fare tutto.
Uno così avrebbe potuto interpretare benissimo quei personaggi un po’ miserabili e un po’ eroi che piacevano tanto a me.
E poi Toni Servillo… uno che sa fare tutto, pure il silenzio!
Quelli sono attori che non stanno lì a gigioneggiare, no, loro vivono il personaggio.
E ti dirò, se ci fosse stato un giovane come Alessandro Borghi, gli avrei voluto insegnare qualche trucco, sai?
Perché “nella recitazione, mica devi fa’ vedere che reciti!”>>

E un film italiano recente che avrebbe guardato con piacere?
Alberto Sordi: <<Ah, “La Grande Bellezza” sicuramente.
Sorrentino ha fatto un film che è quasi un monumento all’Italia che cambia, alla Roma che non cambia mai.
Avrei visto anche “Perfetti Sconosciuti,” quello è un film che parla dell’Italia vera, quella dei segreti, delle bugie.
Pensa che ridere se fossi stato in quella tavolata: “Ragazzi, ma che ce venite a raccontà? Tutti santi, eh?!”>>

Parliamo del lockdown per il Covid-19. Come l’avrebbe vissuto?
Alberto Sordi: <<Ah, senti, “mo’ te spiego io come funziona”!
Io avrei vissuto il lockdown da italiano vero: chiuso in casa, con la dispensa piena, e magari a parlare dal balcone coi vicini.
Sai che film sarebbe stato? Una commedia perfetta!
Immaginati il caos: la signora che non sa fare la spesa online, il marito che si inventa esperto di cucina, i ragazzini che smanettano tutto il giorno sui telefonini…
Sarebbe stato uno spaccato perfetto della nostra vita.
Però ti dico una cosa: “Non è che l’italiano è furbo… è che c’ha paura de restà fregato!”
E nel lockdown, secondo me, tanti avrebbero imparato a essere un po’ meno furbi e un po’ più umani.>>

In conclusione, cosa direbbe oggi agli italiani?
Alberto Sordi: <<Io direi: “Macche’ ve state a lamentà? La vita è ‘na commedia, e se nun ce ridete sopra, so’ guai!”
Continuate a credere nella bellezza di questo Paese, che è capace di cose grandi, anche quando tutto sembra perso.
E ricordate: “Lavoratori, lavorate? E io magno!” Ma magari prima, fatemi fa’ una carbonara come si deve!>>

Grazie, signor Sordi, è stato un piacere immenso immaginare questa intervista.
Alberto Sordi: <<Piacere mio, ragazzi. Adesso però, spegnete tutto e andate a magnà, ché a stomaco vuoto nun se pensa bene!>>
Redazione TalkCity.it
