Nella suggestiva cornice del Fortilizio della Cittadella a Pisa, 26 artisti da tutta Italia hanno presentato la propria personale interpretazione del tema: tra questi, il ladispolano Luca Girolami, che ci ha parlato della sua esperienza

Si concluderà il 22 settembre 2024 la mostra “Dipingendo Orti Botanici” che, apertasi il 6 settembre 2024, si sta tenendo all’interno del suggestivo Fortilizio della Cittadella a Pisa, in Toscana, riscuotendo molto interesse da parte di turisti e cittadini.

La mostra è organizzata dal Comune di Pisa in collaborazione con la Scuola di Pittura “Alla prima” del maestro Giacomo Roberto, nonché direttore artistico e curatore dell’evento.

Una scuola che permette l’accesso a persone di ogni età e provenienti da tutta Italia, tra cui il cittadino di Ladispoli, Luca Girolami, che ha preso parte all’esposizione di Pisa con alcuni suoi quadri raffiguranti il Giardino Botanico di Roma.

Sono proprio gli orti botanici, infatti, i veri protagonisti di questa esposizione: l’obiettivo è stato quello di far cimentare gli artisti nella rappresentazione personale del divenire di questi suggestivi luoghi naturali, nel corso delle quattro stagioni.

Come ci dice il pittore ladispolano, Luca Girolami, “L’obiettivo di questa mostra è quello di sensibilizzare al tema della cura e della conservazione delle diversità per mezzo dell’arte”.

Ogni artista – in tutto 26 pittori e pittrici – si è raccontato sulla tela in base alla propria personale esperienza presso gli orti botanici e le oasi naturali di tutta Italia: da Milano a Lecce, da Roma a Genova, passando per Salerno, Taranto, Brescia e tante altre città.

“E’ stato un progetto abbastanza impegnativo – confessa Luca – che consente di percepire l’integrità degli orti botanici di tutta la Penisola, le diverse specie e ambientazioni, attraverso però una lettura emozionale.

L’esecuzione era libera: ognuno ha scelto i propri soggetti, sempre con il supporto del maestro.

Personalmente, ho scelto di recarmi presso l’Orto Botanico di Roma con visite ripetute al susseguirsi delle stagioni; ho elaborato in tutto circa 30 dipinti, e ne sono stati selezionati sei.

La mia tecnica – conclude – è stata quella di rilevare l’estate con scalinate molto ombrose, la primavera attraverso maggiori sfumature, l’autunno con sfumature più marcate e l’inverno attraverso una luce più fredda”.

Oggigiorno sembra un po’ anacronistico parlare di pittura e di arte, soggiogati come siamo dalla frenesia della vita e dalle innovazioni tecnologiche che, in parte, assoggettano la nostra mente e la nostra creatività.

Luca, per esempio, ha scoperto la passione per la pittura da adulto, nonostante una laurea in architettura sulle spalle, e ci racconta quanto la scuola “Alla prima” lo abbia aiutato soprattutto a trovare qualcosa che oggi sfugge tra le mani di tutti noi: il tempo.

“Quando ho iniziato a dipingere, ho imparato a fermarmi ed essere presente su ciò che stavo facendo. Ci vuole allenamento: il primo esercizio, ad esempio, è stare 40 minuti su un soggetto. Sembra facile, ma già dopo cinque minuti sembra che il tempo non passi mai. La concentrazione effettiva presente presuppone una dedizione non da poco”.

Una sorta di “meditazione attiva”, dunque, in cui la capacità di annullare il circostante consente di agire più agevolmente e liberamente sulla tela.

“L’altra cosa importante che ho imparato è la capacità di osservazione. Questo presuppone cogliere ciò che non si può altresì cogliere con piena lucidità: chiari, scuri, luci, ombre, volumi e, soprattutto, l’emozione“.

E allora se ci vogliamo emozionare dobbiamo aprire il nostro sguardo alla potenza dell’arte, perché essa è la vera, grande ricchezza di cui noi esseri umani disponiamo.

Nicole Ceccucci

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