CNA, Superbonus: risultati positivi in Italia

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Melaragni, CNA: “Senza soluzione su problema cessione crediti si rischia il disastro”

“Un successo clamoroso, che ha avuto effetti positivi anche nel nostro territorio. Ma rischia di avere ripercussioni gravissime se non si trova rimedio al problema della cessione dei crediti fiscali”.

Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, parla del superbonus, tenendo a mente i dati di “Ecobonus e Superbonus per la transizione energetica del Paese – Gli incentivi per una politica industriale di lungo periodo”, il rapporto di ricerca realizzato dal Censis in collaborazione con
Harley & Dikkinson e la Filiera delle Costruzioni, e a livello locale del “Rapporto dell’economia dell’Alto Lazio” della Camera di Commercio.

Qualche dato sull’impatto dei bonus nella Tuscia. Il settore delle costruzioni nel 2021, secondo l’Ente camerale, ha registrato un aumento delle imprese rispetto al 2020 del 4,1% e rappresenta il 13,4% del totale delle aziende. Il numero degli occupati è aumentato solo in questo settore: +10,9%.

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Ci sono poi i numeri sul risparmio energetico, non trascurabili in un momento in cui c’è il boom dei costi delle bollette: senza gli investimenti sul risparmio energetico il consumo di energia da
abbattere sarebbe stato quasi il doppio.

In due anni il risparmio energetico è stato intorno a 11.700 GWh/anno.

Insieme ai 143 GWh/anno di rinnovabili installate, il risparmio è di 1,1 miliardi di metri cubi di gas metano.

Ancora dati sull’ottimo esito della misura: i 55 miliardi di investimenti tra agosto 2020 e ottobre 2022 hanno consentito di attivarne quasi 80 di produzione diretta nelle costruzioni, dei servizi connessi e nell’indotto della filiera.

Sommando anche quella attivata in altri settori fra il 2020 e ottobre 2022, la produzione aggiuntiva totale è vicina ai 116 miliardi di euro.

Tutto questo però rischia di essere vanificato a brevissimo.

“Purtroppo il tema della cessione dei crediti, rimasti nei cassetti fiscali delle imprese, non trova uno sbocco. Il problema dunque rimane e stando così le cose per il futuro non ci sono prospettive. Le imprese da gennaio rischiano di dover ridurre il personale perché nessuno compra più i crediti fiscali.

Questi dati importantissimi potrebbero essere vanificati. E per lo stesso motivo, se non si trova urgentemente una soluzione, una volta conclusi i lavori avviati – conclude Melaragni – difficilmente ne partiranno di nuovi”.

Riceviamo e pubblichiamo

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