«Questa volta è la Corte d’Appello di Roma – sezione Usi civici – sentenza del 13 luglio 2022 – che
respinge il ricorso presentato dall’Università Agraria contro la sentenza n. 66/2019 emanata dal Giudice
Commissario agli Usi civici del Lazio Umbria e Toscana e, analizzati gli eventi storici e catastali, conferma
nelle motivazioni della decisione che i terreni situati all’interno della tenuta delle Mortelle sono di natura
allodiale e non demaniale a partire dal 1827, come la documentazione presentata dal Comitato Usi Civici
ha da tempo dimostrato.
La sentenza è particolarmente importante perché i giudici della corte hanno respinto tutti gli otto punti
contestati dall’Agraria, confermando la validità della sentenza del Commissario Catalani, tenendo conto
anche delle argomentazioni dell’avvocato Lettera e accogliendo le deduzioni del Comune di Civitavecchia
e della Regione Lazio che la corte riconosce legittimamente interessati nella causa, stante la natura
pubblica di detti enti in relazione all’assetto del territorio da loro amministrato.
Questo va a confermare e rafforzare il proposito dichiarato alla Festa dell’Unità del 29 luglio u.s. dal
vicepresidente della Regione, che assicurò la risoluzione del problema Usi civici a Civitavecchia tramite
perizie incaricate direttamente dalla Regione.
«Ringraziamo l’avvocato Giancarlo Maruccio per il suo articolo stampa di soddisfazione e riconoscimento
dei risultati ottenuti dallo studio dei suoi avvocati, trascurando però gli sforzi fatti da tante parti che
hanno permesso l’ottenimento di questi risultati ed enfatizzando eccessivamente per la soluzione del
problema Usi civici una legge nazionale che difficilmente arriverà in tempi brevi.
Non entriamo nel merito delle scelte del tutto legittime però, di fatto, il diniego del Commissario Catalani
a tale richiesta ha spianato la decisione che ha accolto tesi che sosteniamo da anni.
«Ciò detto ci aspettiamo che la Regione mantenga gli impegni presi pubblicamente con i cittadini liberando il territorio dai vincoli inesistenti e la magistratura prenda in considerazione le segnalazioni e gli esposti inoltrati da comune e comitati e metta fine a questa gestione dell’ente attualmente amministrato da soggetti non legittimati che continuano, a mandato scaduto dal 2020, con il Presidente prima indagato e poi sospeso dagli organi giudiziari per presunte irregolarità commesse all’interno dell’ente agrario, a sperperare denaro in inutili processi e appelli sulla qualitas soli che sistematicamente li vedono perdenti.
Basti pensare che l’Agraria, tra l’altro, è stata condannata anche alle spese di lite per 6.765 euro oltre agli accessori di legge».
Riceviamo e pubblichiamo