Intervista al Presidente ad un anno dal suo insediamento: “Serve un riassetto per affrontare le nuove sfide”

A settembre sarà trascorso un anno dall’insediamento dell’ingegner Pietro Rinaldi alla guida dell’Osservatorio Ambientale, l’ente nato dalla collaborazione tra i comuni di Civitavecchia, Santa Marinella, Tarquinia, Tolfa, Allumiere e Monte Romano.

Un primo bilancio, dunque, che offre spunti interessanti sul ruolo dell’ente e sul futuro delle politiche ambientali del comprensorio.

Sin dall’inizio del suo mandato, Rinaldi ha intessuto relazioni con ASL, ARPA, Autorità Portuale e amministrazioni locali, sottolineando come la collaborazione sia la base per garantire un monitoraggio efficace.

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«Abbiamo avuto incontri ufficiali – racconta – come quello con l’ASL, che ci ha consegnato una serie di documenti sulle criticità legate all’inquinamento atmosferico.

Non siamo messi malissimo, ma i dati vanno letti su periodi lunghi: la salute e la qualità dell’aria sono questioni delicate».

Uno dei temi centrali resta la dismissione della centrale a carbone di Civitavecchia, un passaggio che segnerà inevitabilmente la missione dell’Osservatorio.

«Serve un riassetto – spiega Rinaldi – sia dal punto di vista tecnico, con il potenziamento delle centraline di rilevamento, sia da quello organizzativo, con un coordinamento più stretto tra i comuni e gli enti coinvolti».

Accanto al tema delle centrali, emerge con forza quello del porto di Civitavecchia, uno dei principali punti di discussione.

Con l’entrata in vigore della SECA, la normativa che impone combustibili navali a basso contenuto di zolfo, ci si aspetta un miglioramento della qualità dell’aria.

«In realtà basta guardare le navi in porto per rendersi conto che la strada è ancora lunga – osserva il presidente –. L’elettrificazione delle banchine è un passo importante, ma occorre vigilare affinché le regole vengano rispettate.

La Guardia Costiera ora ha strumenti in più, ma anche l’Osservatorio deve svolgere il proprio ruolo di monitoraggio».

Rinaldi riconosce che non basta misurare i dati: occorre spiegarli e condividerli con la cittadinanza.

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«C’è tanta necessità di comunicazione – sottolinea –. I cittadini devono sapere a cosa serve l’Osservatorio e come può supportare le amministrazioni.

Il nostro compito non è fare controlli, ma fornire strumenti e conoscenze affinché nessun aspetto venga trascurato».

Non solo Civitavecchia: l’Osservatorio guarda anche ai comuni limitrofi, come Tarquinia e Monte Romano.

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E c’è persino l’idea di coinvolgere Montalto di Castro, specie dopo l’individuazione dell’area come possibile sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari.

«Ho già avuto un primo approccio con il sindaco – racconta Rinaldi –. È un tema che riguarda tutto il comprensorio, perché l’aria non ha confini:

ciò che accade a Montalto, Tarquinia o Ladispoli riguarda tutti noi».

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A quasi un anno di presidenza, l’ingegnere Pietro Rinaldi traccia quindi una direzione chiara: più coordinamento, più comunicazione e più strumenti di monitoraggio.

L’Osservatorio Ambientale non vuole essere solo un “occhio che guarda”, ma un supporto concreto per i comuni del territorio, in una fase di grandi trasformazioni energetiche e ambientali.

«Il nostro compito – conclude Rinaldi – è aiutare le amministrazioni a non trascurare nulla. L’ambiente non conosce confini: è un patrimonio comune che va tutelato con responsabilità e trasparenza».

TalkCity.it Redazione Civitavecchia

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