Le due consigliere regionali, una di Fratelli d’Italia e l’altra di Italia Viva, commentano le due differenti facce della stessa medaglia

Il confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) sul futuro di Civitavecchia dopo la dismissione della centrale a carbone di Torrevaldaliga Nord ha suscitato reazioni contrastanti tra le rappresentanti civitavecchiesi del Consiglio regionale del Lazio.
Da una parte, Emanuela Mari (Fratelli d’Italia) ha espresso soddisfazione per i progressi registrati al tavolo, sottolineando l’avanzamento del lavoro di Invitalia, che ha già esaminato le 52 proposte progettuali pervenute in seguito alla manifestazione d’interesse.
“Il lavoro di Invitalia – ha dichiarato Mari – ha prodotto un primo possibile programma d’intervento, con tre proponenti che sono anche proprietari delle aree e che potranno quindi mettere a terra in tempi brevi i necessari investimenti in settori chiave come lo sviluppo turistico termale e la floricoltura”.

La consigliera di Fratelli d’Italia ha poi rimarcato il ruolo del Governo e della Regione Lazio nel percorso di riconversione:
“Il sottosegretario Bergamotto ha informato le parti sull’imminente nomina del commissario e sulla firma della Zona Logistica Semplificata (ZLS), grazie al lavoro svolto dalla Regione e dal vicepresidente Angelilli.
Riteniamo strategica – ha aggiunto – l’adesione del Comune di Civitavecchia al Consorzio Industriale del Lazio, per ridurre i tempi delle autorizzazioni amministrative e potenziare gli indici di edificabilità delle zone industriali.”

Mari ha infine ribadito la necessità di mantenere un approccio unitario:
“Il tavolo non deve dividersi, nonostante l’assenza di Enel, che tutela i metalmeccanici fino al 2026 ma lascia indietro altre categorie, in particolare i lavoratori della Minosse.
La Regione, attraverso l’assessore Schiboni, aprirà un tavolo di crisi dedicato, ma è indispensabile anche il coinvolgimento di Enel.”

Toni molto diversi, invece, da Marietta Tidei (Italia Viva), che ha definito l’incontro al MIMIT “un tavolo pieno di buone intenzioni ma privo di risultati concreti”.
Secondo la capogruppo di Italia Viva, “il Governo continua a comportarsi come un semplice spettatore, invece di assumersi le responsabilità delle decisioni che gli competono.”

Tidei ha lamentato la mancanza di risposte chiare sul futuro della centrale di Torre Nord:
“Non sappiamo se la centrale sarà mantenuta come riserva fredda, destinata ad altre forme di riserva o chiusa definitivamente.
È un nodo cruciale anche per la disponibilità delle aree su cui costruire i nuovi progetti di sviluppo.”
La consigliera ha inoltre evidenziato che, sebbene siano arrivate proposte interessanti tramite Invitalia, “le aree Enel non sono ancora disponibili e non si sa quando lo saranno.
La nomina del commissario è ancora ferma a Palazzo Chigi, così come lo sblocco della ZLS.”

Sulla vertenza occupazionale, Tidei ha insistito: “Ho chiesto con forza che arrivino presto risposte chiare, soprattutto sulla situazione dei lavoratori della Minosse, esclusi dall’accordo tra Enel e le imprese.
Enel deve agire rapidamente e il Governo deve essere chiaro e tempestivo: non può continuare a comportarsi da spettatore.”

Due visioni opposte, dunque, sullo stesso tavolo ministeriale: da un lato l’ottimismo e la fiducia nel percorso avviato, espressi dalla Mari;
dall’altro il disincanto e la richiesta di decisioni rapide e concrete da parte della Tidei.
Sullo sfondo, il destino di Civitavecchia e dei suoi lavoratori, in attesa che il “dopo carbone” si traduca finalmente in sviluppo reale e occupazione stabile.
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