Civitavecchia Storia. Il Santuario del Ghetto perde l'”Immacolata”

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Civitavecchia Storia. Il Santuario del Ghetto perde l'”Immacolata”

Il giornalista Flavio Martino: “A rischio l’identità storica”

L’elevazione della Chiesa del Ghetto a Santuario Diocesano, che si aggiunge ai Santuari delle Grazie di Allumiere e di Valverde a Tarquinia, è stata accolta con grande gioia dalla comunità cattolica locale.

Tuttavia, questo cambiamento merita un’attenta riflessione, soprattutto riguardo alla sua nuova denominazione: Santuario della Santissima Concezione.

​Tra quelle antiche mura (in origine Chiesa di Sant’Antonio Abate, conosciuta come Chiesa del Ghetto per via del rione dove fu edificata), il 20 aprile del 1854, a ridosso della promulgazione del Dogma dell’Immacolata Concezione (avvenuta l’8 dicembre dello stesso anno),

si verificò un evento prodigioso: la Vergine della Pietà, raffigurata in un quadro antico, mosse gli occhi. Il miracolo fu riconosciuto.

​Due anni dopo, nel 1856, Papa Pio IX consacrò quel luogo all’Immacolata Concezione, come ricorda la lapide in marmo che sovrasta l’ingresso principale.

La chiesa si fregiò così del titolo, divenendo la prima al mondo a portare il nome Immacolata Concezione, dopo la proclamazione del Dogma.

Quell’evento determinò subito la costruzione della linea ferroviaria Roma Civitavecchia, attivata nel 1859, per dar modo ai pellegrini di arrivare in città.

​Eppure, nel 2019, è stata ufficialmente rinominata con il nome di “Santuario della Santissima Concezione”. Lo riporta il sito della Diocesi.

​La modifica, all’apparenza minima, rischia di diluire la risonanza simbolica e la riconoscibilità di un luogo di culto con una storia così specifica.

Sebbene la differenza tra “Santissima” e “Immacolata” possa sembrare sottile, a livello di comunicazione, identità, tradizione, storia e cultura, l’appellativo “Immacolata” costituisce un’eco molto più forte.

Non è soltanto un concetto teologico: “Immacolata Concezione” è una solennità celebrata l’8 dicembre, una ricorrenza particolarmente cara ai cattolici e, in Italia, Festa Nazionale, segnata in rosso sul calendario, che mobilita i fedeli.

​Mantenere “Immacolata Concezione” nel nome del Santuario sarebbe stata un’attenzione maggiore, offrendo un legame immediato e profondo con la sua storia miracolosa.

Ciò avrebbe reso il luogo un punto di riferimento più intuitivo, rafforzando la sua secolare identità, radicata nella popolazione. Un ponte diretto tra storia, fede e turismo religioso.

Un richiamo riconosciuto che soltanto l’indicazione “Santuario dell’Immacolata Concezione”, appropriata e giusta, può garantire.

​Inoltre, quel luogo sacro si trova a soli cento metri dal porto, primo scalo crocieristico d’ Italia.

Flavio Martino

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