Civitavecchia Porto, Cgil Trasporti insoddisfatta del “Mims ter”

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Filt Cgil: “E’ inversione del principio dell’utilità collettiva”

“Dalla parte del lavoro e dei lavoratori: questa è la nostra missione e il nostro ruolo. In questo periodo, ai margini di una pandemia, speriamo gestibile, e dentro una guerra, dagli effetti ancora indefiniti, ne sentiamo il peso e la responsabilità e vorremmo avere le istituzioni con noi, pronte a condividere le stesse preoccupazioni.

Invece, leggendo l’articolo 10 della bozza del decreto legge del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili, cosiddetto “Mims ter”, stiamo assistendo all’inversione del principio della solidarietà e dell’utilità collettiva”. Così in una nota la Filt Cgil Roma e Lazio.

“Esprimiamo grande preoccupazione per una norma che, seppur decisa a livello nazionale, produce i suoi effetti sul piano locale lungo la filiera del trasporto merci e persone, in questo caso a partire dal porto di Civitavecchia” continua la nota.

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“Nello specifico le entrate derivanti dall’utilizzo delle navi iscritte nel registro concorrono per il solo 20 per cento a formare il reddito di impresa su cui pagare le tasse.

Tali benefici oltretutto si estenderebbero non più alle sole imprese armatoriali italiane, ma anche di Paesi europei e dello spazio economico europeo.

Un fatto veramente increscioso che un Ministero della Repubblica vada contro gli interessi di migliaia di imprese del trasporto e della logistica, contro le centinaia di migliaia di lavoratori del comparto e, cosa ancora più grave, contro gli interessi generali dello stesso Stato, aprendo sconsideratamente a un’integrazione verticale a danno di tutti”, aggiunge il sindacato.

Alessandro Borgioni (Filt Cgil) ospite a TalkCity TV

“Invece di cercare di ridurre le diseguaglianze di reddito presenti nel paese, con il rincaro del costo della vita a seguito della pandemia e delle conseguenze della guerra in Ucraina, con le famiglie non riescono ad arrivare a fine mese.

Invece di trovare il modo (defiscalizzazione del costo del lavoro a favore dei lavoratori, tasse di scopo per i super profitti etc.) di portare più soldi nelle tasche dei lavoratori, assistiamo a questa irragionevole volontà da parte di apparati dello Stato, di arricchire ulteriormente le già miliardarie tasche delle società armatoriali, per attività che nulla hanno a che vedere con la navigazione e con attività a essa ancillari”.

“Nella Regione Lazio alcuni rischi sono potenzialmente più accentuati, per la presenza del settore croceristico che fino a prima delle crociere movimentava oltre 2,5 milioni di persone, per la presenza di Fiumicino con l’ex Alitalia, per gli snodi ferroviari che portano le merci al secondo mercato di consumo italiano e per l’importante presenza nell’area metropolitana romana di importanti operatori per soluzioni logistiche integrate.

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