Lettera aperta dei Lavoratori della Società Minosse: “Abbiamo garantito professionalità in ogni fase critica: ora rischiamo di essere scartati”
A pochi giorni dal tavolo decisivo del 2 dicembre 2025 in Regione Lazio, i lavoratori della Minosse, storica azienda impegnata da anni nelle attività della centrale Enel di Torrevaldaliga Nord (TVN), lanciano un appello pubblico alle istituzioni e alle parti sociali.
Lo fanno attraverso una lettera accorata, in cui esprimono tutta la loro preoccupazione per il futuro occupazionale a fronte dell’incertezza sul rinnovo del contratto tra Enel e Minosse.

Nella lettera, i dipendenti ricordano il ruolo fondamentale svolto nella gestione delle attività della centrale sin dalla sua apertura. Un impegno che – sottolineano – non è mai mancato nemmeno nei momenti più delicati:
- durante la pandemia,
- nella crisi del gas,
- e in tutte le situazioni di emergenza che hanno richiesto continuità e affidabilità.
Nonostante questo contributo, oggi i lavoratori si trovano a fronteggiare «il rischio di essere buttati via come una scarpa vecchia». Una frase che restituisce con forza il senso di smarrimento e di ingiustizia che vivono in queste settimane.

Il nodo principale è la cessazione della produzione a carbone a TVN, programmata da anni come parte della transizione energetica nazionale. Una decisione annunciata oltre sei anni fa, ricordano i dipendenti, ma che oggi appare circondata da scenari ancora incerti sulle alternative industriali.
Proprio questa mancanza di progettualità definita rischia, secondo i lavoratori, di tradursi in tagli occupazionali: il timore è che, durante l’attesa di nuove strategie per il sito, i costi vengano “scaricati” su chi lavora.

Al tavolo convocato in Regione Lazio siederanno, oltre alle istituzioni locali (Regione e Comune di Civitavecchia), anche Unindustria, Minosse, Enel e le organizzazioni sindacali.
Un appuntamento definito “cruciale” dai lavoratori, poiché da lì dipenderà il rinnovo o meno del contratto con Enel e, di conseguenza, il loro destino.

La richiesta è chiara e univoca:
“In qualsiasi scenario futuro, nessun lavoratore venga licenziato.”
Non un appello generico, ma una vera e propria sollecitazione alle istituzioni affinché si assumano le proprie responsabilità e garantiscano una continuità occupazionale reale, in linea con il principio – ricordano i lavoratori – di una transizione energetica giusta.
La lettera si chiude con un ultimo richiamo alla responsabilità delle parti presenti al tavolo.

I dipendenti invocano la capacità delle istituzioni e degli interlocutori industriali di individuare una soluzione condivisa e sostenibile, che non lasci indietro nessuno.
Un appello che va oltre il posto di lavoro: «tutela del nostro lavoro e delle nostre famiglie».
Parole che segnano la consapevolezza di un momento storico delicato per Civitavecchia, in cui la transizione energetica rischia di incidere profondamente sul tessuto sociale e produttivo del territorio.
TalkCity.it Civitavecchia

