In campagna elettorale anche la Statua alla Marina serve per parlare… o sparlare. Ma quel bacio era consensuale?

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In questo periodo di campagna elettorale è molto discussa la statua del bacio, fortemente voluta dall’attuale amministrazione come attrazione turistica.

Tuttavia, si tralascia un fattore economico e morale: la statua, che negli anni è diventata simbolo di amore e libertà, rappresenta in realtà una molestia sessuale.

La statua è stata posizionata per la prima volta sul lungomare di Civitavecchia nel 2011, rimossa dall’amministrazione Cinque Stelle nel 2015 e, nel 2022, reinstallata dall’attuale amministrazione Lega.

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La statua rappresenta una fotografia scattata da un fotografo a Times Square, raffigurante un marinaio che, invece di ripartire per la guerra, grazie alla resa del Giappone, poté rimanere in patria.

Per festeggiare, una volta sceso dalla nave, il marinaio iniziò a baciare ogni donna che incontrava per “celebrare” la fine della guerra. Peccato, però, che quei baci non fossero consensuali.

Una pratica che non fece scalpore all’epoca e forse neanche oggi, ma che di libertà non ha proprio nulla. Le donne vittime di questa molestia furono circa 40, secondo i dati che oggi ci sono pervenuti. 

Sara Carpegna, una studentessa di comunicazione e fonte di questo articolo, ha portato il tema della statua come argomento della sua tesi.

La domanda ora sorge spontanea: l’attuale amministrazione e quelle passate conoscevano la storia della statua, che oggi è diventata simbolo della nostra città, oppure hanno pensato solamente ai soldi che i turisti hanno portato?

Marco De Matteis. 

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