Uno spettacolo che è stato molto più di un testo teatrale: un viaggio, una sfida, un abbraccio

Ieri sera la Marina di Civitavecchia si è trasformata in un teatro a cielo aperto, gremito fino all’ultimo posto, per accogliere Paolo Ruffini e il suo Din, Don, Down.

Uno spettacolo che è molto più di un testo teatrale: è un viaggio, una sfida, un abbraccio.

Fin dall’inizio Ruffini stringe un patto con il pubblico: “Ci perdonate fin d’ora?”.

È l’invito ad accantonare il “politicamente corretto” e lasciarsi trasportare in un percorso fatto di risate schiette e improvvise, alternate a monologhi intensi, dove il tema centrale è la ricerca di Dio.

Sul palco, al fianco di Ruffini, attori con la sindrome di Down: “quel cromosoma in più” che in scena diventa luce, energia pura, spontaneità contagiosa.

Un’umanità che non ha filtri, che restituisce alla parola “recitare” il senso più autentico di “vivere” davanti a un pubblico.

La chiave dello spettacolo è in un gioco di lettere: basta togliere una “D” da “Dio” e resta “io”.

E quel “io” diventa specchio, occasione per ritrovarsi, per scoprire un uomo spesso migliore di quanto immaginiamo, soprattutto quando mettiamo in pausa la vita da “social” per tornare a essere davvero sociali, capaci di empatia e attenzione verso gli altri.

Al termine, la Marina esplode in una lunghissima standing ovation, segno che questo viaggio ha toccato corde profonde.

La giornata, inserita nel programma del Civitavecchia Summer Festival, è stata arricchita anche da un’iniziativa della Polizia di Stato

per sensibilizzare i più giovani sulla guida sicura, unendo cultura e prevenzione in un contesto dal forte valore sociale.

E il festival non si ferma: questa sera, lunedì 11 agosto, il palco si accenderà con i Pink Floyd Legend,

per una serata di musica, immagini e colori che riproporrà, con orchestra e coro, i brani più iconici della storica band inglese.

TalkCity.it Redazione Civitavecchia

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