Vittorio Petrelli: «Oltre 3.000 firme per salvare un’area verde da una speculazione inutile»

Con una nuova lettera ufficiale inviata il 26 luglio 2025 al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), al Sindaco di Civitavecchia, alla Regione Lazio, alla Città Metropolitana di Roma, a ISPRA e anche alla stessa ENEL,

il Comitato Salviamo il Bosco di Civitavecchia ha annunciato il superamento delle 3.000 firme contro il progetto che prevede l’eliminazione di un bosco cresciuto nell’area della Centrale termoelettrica di Torre Valdaliga Nord,

proprio laddove la vegetazione è nata come prescrizione ambientale della VIA 680/2003.

Il Comitato sottolinea che questa area boschiva, formatasi spontaneamente, è il frutto di un accordo tra istituzioni e azienda, e rappresenta un patrimonio naturale collettivo,

oggi minacciato da un’iniziativa imprenditoriale giudicata speculativa, inutile e scarsamente giustificabile dal punto di vista occupazionale.

Petrelli: «Andiamo avanti, questo bosco è nostro»

Nella lettera si cita un recente caso virtuoso avvenuto a Vicenza, dove un altro bosco spontaneo sorto in un’ex area industriale è stato salvato dal cantiere dell’Alta Velocità,

grazie all’azione congiunta di cittadini e amministrazione comunale, che ha modificato il tracciato originario dell’opera.

«Quello che a Vicenza è stato un esempio di buona amministrazione ambientale, qui a Civitavecchia diventa l’emblema di una contraddizione” dichiara Vittorio Petrelli, portavoce del Comitato.

“A Vicenza il Comune è stato al fianco dei cittadini, mentre qui assistiamo a un’amministrazione che, a parole attenta all’ambiente,

di fatto promuove un progetto che vuole eliminare un bosco tutelato, frutto di una prescrizione ambientale formalizzata».

Petrelli aggiunge: «La nostra battaglia non si ferma. Abbiamo superato le 3.000 firme, questa è la quarta integrazione ufficiale inviata alle istituzioni competenti.

Ma al di là dei numeri, quello che rivendichiamo è un principio: il bosco è nostro, è della città, ed è nato come risarcimento ambientale.

Non ha senso abbatterlo per un progetto che non porta reali benefici, né in termini ecologici, né economici».

Il Comitato chiede che l’area venga mantenuta a bosco e resa fruibile alla cittadinanza,

diventando uno spazio verde permanente in un territorio già fortemente compromesso dal punto di vista ambientale.

TalkCity.it Redazione Civitavecchia

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