Fratelli d’Italia attacca sulle privatizzazioni, il PD difende l’amministrazione Piendibene
Si accende il dibattito politico a Civitavecchia attorno al futuro della Ficoncella e delle Terme Taurine, due luoghi simbolo della storia e dell’identità cittadina.
Al centro della polemica l’inserimento dei beni nel Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni, scelta che ha provocato una dura reazione di Fratelli d’Italia e una replica altrettanto netta del Partito Democratico, a difesa dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Piendibene.

Nel suo comunicato, Fratelli d’Italia Civitavecchia parla senza mezzi termini di una “svendita del patrimonio storico e identitario della città”.
Secondo il partito di opposizione, la giunta di centrosinistra starebbe aprendo la strada alla privatizzazione di beni che “appartengono a tutti i civitavecchiesi”, mascherando l’operazione come una semplice valorizzazione.
«Altro che valorizzazione – attacca FdI – questa è una privatizzazione mascherata, un’operazione di cassa che dimostra l’assenza totale di una visione culturale e turistica».

Per il partito guidato da Giorgia Meloni, Ficoncella e Terme Taurine non sono immobili qualsiasi, ma patrimoni storici e archeologici che devono rimanere saldamente pubblici.
Da qui la richiesta di ritiro immediato del progetto e la promessa di contrastarlo “con ogni strumento politico e istituzionale”.

Di segno opposto la risposta del Partito Democratico di Civitavecchia, che parla di “propaganda” e di “grave mistificazione”.
Secondo il PD, l’accusa di svendita è priva di fondamento: l’inserimento di un bene nel Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni non equivale automaticamente alla sua vendita, ma rappresenta uno strumento programmatorio per la gestione e la valorizzazione del patrimonio pubblico.
I democratici chiariscono che, nel caso delle Terme Taurine, si tratta di un bene archeologico vincolato, la cui alienazione è esclusa per legge.

L’inserimento nel Piano avrebbe quindi l’unico scopo di consentire una progettazione strutturata per la valorizzazione culturale e turistica, mantenendo la piena proprietà pubblica.
Lo stesso principio, secondo il PD, vale per la Ficoncella, per la quale non esisterebbe alcuna ipotesi di privatizzazione.
Il Partito Democratico sottolinea inoltre che strumenti come il partenariato pubblico-privato o il project financing non comportano la perdita di proprietà dei beni, ma servono a migliorarne servizi e fruibilità sotto il controllo dell’ente pubblico.

Anche il riferimento a fondi immobiliari viene respinto: il fondo citato sarebbe a controllo pubblico e privo di autonomia decisionale sui beni.
«Difendere i beni comuni non significa condannarli all’immobilismo», afferma il PD, ricordando come negli anni passati quegli stessi luoghi siano rimasti senza progetti e investimenti.
Da qui l’invito a Fratelli d’Italia a indicare atti concreti che dimostrino l’esistenza di una reale procedura di vendita, in assenza dei quali le accuse resterebbero “gravi e prive di fondamento”.

La vicenda apre così un nuovo fronte di scontro politico in città, con due visioni contrapposte: da una parte chi teme una progressiva privatizzazione del patrimonio pubblico, dall’altra chi rivendica una gestione attiva e responsabile dei beni comuni.
Un confronto destinato a proseguire, anche alla luce delle future decisioni del Consiglio comunale.
TalkCity.it Civitavecchia
