Anche questa Amministrazione, come le precedenti, arranca… dall’opposizione Poletti, intervistato da noi, indica la via

I numeri parlano chiaro: nel 2024 l’utile si è fermato a poco più di 5 mila euro, mentre il disavanzo di liquidità sfiora i 3,5 milioni.

Tanto che Palazzo del Pincio ha dovuto dichiarare lo “stato di crisi” e chiedere un piano di ristrutturazione che impegnerà la società fino al 2030, escludendo nuovi contributi straordinari.

Eppure, nonostante le promesse e i proclami, le diverse amministrazioni che negli anni si sono succedute non sono mai riuscite a risolvere davvero l’annoso problema.

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A riportare il dibattito su binari di serietà è stato il consigliere comunale di minoranza Paolo Poletti, che in un’intervista ha tracciato un quadro lucido della situazione.

«Vedo molta buona volontà nell’attuale management di CSP, ma potrebbe non bastare – ha dichiarato. Per questo dico che l’Amministrazione,

a tutela propria e dei cittadini, dovrebbe promuovere un bilancio straordinario, o meglio una due diligence indipendente fatta da revisori esterni, per certificare la reale situazione economico-finanziaria dell’azienda.

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Perché è da quella che dovrebbe partire ogni azione di risanamento o miglioramento. E quei risultati andrebbero resi pubblici, perché la città deve sapere la verità sui conti.»

Poletti non si limita a criticare, ma entra nel merito dei problemi strutturali.

CSP gestisce un ventaglio ampio e disomogeneo di servizi, dal trasporto pubblico ai rifiuti, dalle farmacie comunali ai cimiteri, fino all’assistenza scolastica:

attività variegate che non generano economie di scala ma, anzi, potrebbero produrre perdite.

«Il problema è la dimensione del mercato. Civitavecchia da sola non basta” sottolinea;

“Con i suoi 50 mila abitanti è un mercato che troppo piccolo perché i costi elevati di raccolta e smaltimento siano coperti.

Al Nord hanno capito che la strada è quella delle aggregazioni: anche CSP deve guardare al Litorale Nord ed all’entroterra per crescere. Non può restare sola.»

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Per il futuro, Poletti immagina due scenari. Il primo, quello auspicato, prevede tre anni di risanamento serio, con i bilanci in ordine e i rami non essenziali ridotti.

«L’obiettivo – spiega – è fare di CSP il nucleo fondante di una multiutility di area, capace di servire non solo Civitavecchia ma anche i comuni vicini: Tarquinia, Monte Romano, Montalto di Castro, Bracciano, Tolfa, Allumiere, Santa Marinella, Fiumicino e Cerveteri.

I Sindaci dovrebbero cogliere questa opportunità ed entrare nella nuova multiutility man mano che i loro contratti con operatori esterni scadranno.

Solo così si crea massa critica, si abbattono i costi e si migliora la qualità dei servizi.»

In alternativa, se i numeri non dovessero tornare, resterebbe la via della cessione ordinata degli asset, con clausole sociali per tutelare lavoratori e servizi.

«Ma lo ripeto – aggiunge – questa sarebbe davvero solo l’estrema ratio.»

Alla domanda se questa posizione sia dettata da convenienza politica, il consigliere respinge l’idea con fermezza.

«Io ho preso un impegno con la città indipendentemente dall’esito elettorale e per serietà lo porto avanti.

Lo faccio per la città, non per la politica. Qui non parliamo di tatticismi, ma di conti, di politica aziendale e di visione industriale: o CSP cresce con il territorio o rischia di sparire.»

E conclude con uno sguardo oltre la crisi:

«Questa difficoltà può trasformarsi in opportunità. La Lombardia ci insegna che le aggregazioni funzionano:

anche da Civitavecchia può nascere una multiutility capace di garantire servizi migliori e conti in ordine.»

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Molto sinceramente, il Consigliere d’opposizione ha chiesto di “copiare” da città che hanno già messo in atto questi progetti.

Ci si chiede… saremmo almeno capaci di copiare?

Corrado Orfini

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