Fermo biologico, quote rosa, Enel e campagna elettorale le parole del duo Calanni-Giammuso.

Una campagna elettorale “con il sorriso” quella di Alessia Calanni e Antonio Giammusso, candidati della Lega.

Ci racconta Alessia: “È stato un piacere per me rientrare in politica dopo 20 anni di fermo, avevo lasciato per motivi personali, ma soprattutto perché non mi ritrovavo nella realtà che avevo intorno, con Antonio invece mi sono rinnamorata di quella politica fatta di collettività, condivisone del gruppo e sostegno della squadra”.

Affianco a lei, Giammusso che in solo 5 anni ha compiuto grandi passi avanti: “Non mi sento un leader, ma più un trascinatore, quando sono entrato in politica ero circondato da volti che avevano fatto la storia della politica di Civitavecchia. Sono stato scelto come capogruppo della squadra e dopo 30 giorni sono stato sfiduciato, avevo tutte le regole per abbandonare i giochi, ma non sono fatto così”.

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“Vengo con i numeri alla mano, la politica è una scienza esatta, sono arrivato primo, ho portato nuove personalità mantenendo una squadra sempre compatta, mi piace giocare, lanciare la palla in avanti e correre, poi se c’è il goal ben venga, posso sbagliare ma l’impegno non mancherà mai”.

Oltre la campagna editoriale, sono chiare le idee sui problemi concreti della città: “Le polemiche su Enel sono state un altro motivo per cui mi sono riavvicinata alla politica, si parla di una realtà che non è vissuta direttamente da nessuno e quindi non poteva essere rappresentata correttamente”.

“Da decreto ministeriale Enel deve produrre fino al 2025 poi le sue sorti si vedranno, ma è certo che fino a quel momento ha l’obbligo di restare accesa, tuttavia anche se la produzione è attiva, non c’è fatturato: Torre valdaliga nord è in uno stato quasi di fermo”.

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“Si parla di Enel ma non si parla mai di tutte quelle realtà che le ruotano attorno, ci sono aziende che sono cresciute affianco alla centrale che ora dovranno reinventarsi, ho una società metalmeccanica e so che problema può essere per chi a 50-55 anni dopo 30-35 anni di operato deve riiniziare da capo”.

“Non c’è stata mediazione tra il comune e queste piccole società territoriali, è ora di cambiare!”.

“Stesso discorso per le quote rosa, sono assolutamente contraria: la prima volta che sono entrata in consiglio l’ho fatto senza quote rosa, ho sempre lavorato in un ambiente maschile e mi sono fatta sempre rispettare, noi donne stiamo diventando una categoria protetta e si stanno invertendo i ruoli, abbiamo voluto la parità di sessi ed è giusto rispettarla, deve essere un’uguaglianza non un privilegio”.

Giorgia Iacomelli

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