“Tre euro l’ora, forse qualche spicciolo di più… DENUNCIATE!”. Ma forse il problema va visto anche dalla parte degli imprenditori

Tre euro l’ora, forse poco più. È questa la retribuzione con cui molti giovani — ma non solo — si trovano costretti a lavorare anche a Ladispoli e Cerveteri, secondo un comunicato stampa di Sinistra Italiana

Un fenomeno diffuso, che riguarda sia i lavoretti estivi dei ragazzi e delle ragazze, sia il lavoro quotidiano di pendolari e residenti impiegati in settori fragili e poco tutelati.

C’è chi pulisce camere di alberghi o case vacanze, chi serve colazioni, chi assiste persone anziane.

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Spesso senza contratto, con orari massacranti e senza alcuna garanzia. Accade anche a chi consegna cibo a domicilio, a chi risponde al telefono in una segreteria o persino a istruttori di palestre.

Una realtà che sfiora spesso il confine tra sfruttamento e illegalità, e che continua a ripetersi sul nostro litorale.

“Chi ha la fortuna di lavorare vicino casa – denunciano dal Circolo Sinistra Italiana Litorale Nord Mahsa Amini, parte dell’Alleanza Verdi e Sinistra – deve sottostare a paghe misere e condizioni indegne.

È una situazione inaccettabile, che vorremmo finisse una volta per tutte, a maggior ragione se legata a logiche di opportunismo politico in periodo elettorale”.

Per questo la sezione locale di AVS ha deciso di raccogliere testimonianze, anche in forma anonima, di chi vive sulla propria pelle questa condizione.

L’obiettivo è costruire una battaglia comune contro lo sfruttamento lavorativo, restituendo voce e dignità a chi troppo spesso è costretto a tacere.

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“Non possiamo tollerare che il lavoro dei giovani, dei pendolari e dei cittadini del territorio venga pagato

con pochi spiccioli.

Non è solo una questione economica, è una questione di diritti, giustizia e rispetto”, concludono dal

circolo Mahsa Amini.

Le posizioni di AVS, come sempre, sono legittime e le loro battaglie meritano rispetto.

Tuttavia, di fronte a questa triste realtà, è necessario guardare anche dal lato degli imprenditori, sempre

più in difficoltà e spesso impossibilitati a portare avanti le proprie attività in modo sostenibile.

Una stretta contro lo sfruttamento, GIUSTISSIMA, rischierebbe infatti, in mancanza di un sostegno

concreto da parte delle istituzioni, di tradursi nella chiusura di molte attività, con gravi ripercussioni

economiche e sociali.

Il tema, dunque, va affrontato in tutta la sua complessità: non solo a livello locale, ma come questione

nazionale che riguarda il futuro del lavoro, dei giovani e delle imprese.

TalkCity.it Redazione

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