«Il Piano di prevenzione del rischio di suicidi negli istituti penitenziari è uno strumento fondamentale per garantire la tutela della salute, la qualità della vita e la dignità della pena – sottolinea l’assessore Regimenti – la lunga e tragica catena di suicidi nelle carceri può essere interrotta solo se le istituzioni fanno rete lavorando insieme su salute, lavoro e affettività per restituire dignità e offrire una prospettiva di speranza ai detenuti.
Il Lazio è già dotato di un Piano per la salute mentale risalente al 2022 ma è emersa la necessità di un quadro di riferimento univoco, come già avviene in altre Regioni, considerata la difformità nei protocolli locali».
Al tavolo hanno partecipato Marina Finiti, presidente del tribunale di Sorveglianza di Roma, Stefano Anastasìa, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale per la Regione Lazio, Antonia Tarantino, Direzione regionale Salute, Sanità, Integrazione-Socio sanitaria, referente della Sanità penitenziaria e Rems della Direzione regionale Salute e integrazione sociosanitaria, Claudio Marchiandi, direttore dell’ufficio detenuti e del trattamento Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, Walter Tosches, psicologo in funzione presso la Casa circondariale Viterbo, Daniele Tasca, Dirigente dell’Area politiche degli Enti locali, Polizia locale e lotta all’usura.
Riceviamo e pubblichiamo
suicidi in carcere