Il famoso “tiktoker” ospite nel programma di Maria Laura Platania
Ospite della puntata di Attualitalk su Talkcity Webradio, condotta da Maria Laura Platania con la partecipazione del direttore Corrado Orfini, il comunicatore e tiktoker Simone Carabella ha affrontato il tema della rabbia sociale che attraversa oggi l’Italia.
Orfini ha introdotto l’intervista sottolineando la grande popolarità dell’ospite e il valore del suo impegno sul territorio.
Platania ha aperto il dibattito citando l’aumento dell’1,7% dei reati denunciati nell’ultimo anno, dato che per Carabella riflette «una frustrazione diffusa».

Secondo il tiktoker, i cittadini «non riconoscono più i diritti e la qualità di vita che avevano fino a pochi anni fa». Ansia, insicurezza, spazi pubblici degradati, assenza di supporti sociali — dai servizi per i bambini con disabilità fino al caregiver — alimentano un clima esasperato.
Carabella ha analizzato anche il mondo giovanile, ricordando casi drammatici come il suicidio del 14enne Paolo, vittima di bullismo.
La differenza rispetto al passato, spiega, è la potenza dei social: «Un’aggressione oggi viene rivista migliaia di volte. Le famiglie sono più fragili, i genitori lavorano per sopravvivere e i ragazzi crescono per strada».
Da qui l’importanza dello sport e della presenza sul territorio.

Il discorso è poi scivolato sulla violenza nelle famiglie.
Per Carabella, la crescita dei casi è legata anche all’abuso di alcol e droghe: «Molti cercano di evadere da una realtà che non assomiglia più ai valori che abbiamo conosciuto».
Le sostanze, sempre più accessibili ed economiche, diventano detonatori di episodi gravi.
Riguardo al clima di violenza nelle strade, Carabella punta il dito contro la mitizzazione — specie sui social — di figure che promuovono comportamenti devianti: «Un tempo seguivamo l’esempio dei genitori.

Oggi molti ragazzi si ispirano a chi compie reati e appare come un vincente». Serve, sostiene, ricostruire un immaginario positivo.
Sul tema dei femminicidi, Carabella ha adottato una posizione netta: «La violenza è violenza, non ha genere».
Per lui l’emergenza riguarda l’inefficacia delle misure preventive: «Se un uomo con braccialetto elettronico può comunque avvicinarsi alla vittima, il sistema non funziona».
Il problema, ribadisce, è l’assenza di interventi concreti.

Sollecitato da Corrado Orfini sul tema dei furti in metropolitana, Carabella ha spiegato il suo approccio: «Prima del recupero, bisogna fermare chi delinque.
Le ragazze rom che rubano ogni giorno non considerano sbagliato ciò che fanno: è cultura». Secondo lui, i proventi dei furti alimentano traffici criminali più ampi e il fenomeno va affrontato con decisione.
Platania ha poi sollevato le critiche sulla presunta creazione di ronde e sull’uso dei video per i social. Carabella ha respinto le accuse: «Io non faccio ronde.
Vivo il territorio con gli abitanti, spesso anziani che vogliono tornare a prendere un caffè la sera senza paura». Quanto alla monetizzazione, precisa: «Non vivo di quello.
E comunque chi è pagato per garantire sicurezza dovrebbe farlo meglio».

Ha criticato infine ordinanze e limitazioni — come quelle del Pigneto — definite «norme anti-Carabella», che vorrebbero ostacolare la denuncia del degrado attraverso i social.
L’intervista si è chiusa con un appello accorato: per Carabella siamo davanti all’ultimo bivio utile per recuperare sicurezza e vivibilità nelle città italiane. «Se non interveniamo ora, la deriva diventerà irreversibile».
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