Il 17 novembre scorso, presso il ristorante La Pianetta, si è tenuta un’assemblea pubblica informativa sui vincoli territoriali ai quali le zone agricole sono sottoposte.

All’incontro hanno preso parte il Presidente Mario Baccini ed esperti tecnici e avvocati. Gli agricoltori presenti sono rimasti basiti durante l’illustrazione del nuovo decreto regionale, peraltro richiesto insistentemente dall’amministrazione comunale di Fiumicino. Secondo loro dovrebbe servire a tutelare il territorio.

Premesso che ci troviamo in pieno P.T.P.R che esistono vincoli archeologici precisi, tant’è che ogni
azione edificatoria deve presupporre uno scavo preventivo perché potrebbero esserci reperti, considerati anche tutti i vincoli del piano paesaggistico, non ci sembra giusto dover sottostare ad ulteriori vincoli che nelle aree dove ricadono non ci consentiranno più non solo di edificare anche un semplice capannone, ma neppure di ergere una staccionata.

Non ci è dato sapere per quale strano motivo l’amministrazione Montino, nonostante la regione avesse espresso parere contrario, ha insistito su questa logica vincolistica e ha dato così mandato alla Commissione Regionale per la Tutela del Patrimonio Culturale del Lazio che ha formulato il decreto 172/2022.

All’interno dell’area definita da tale provvedimento è fatto divieto:

  • Di realizzare ulteriori nuove strade carrabili asfaltate ad alto scorrimento;
  • Eliminare le strade interpoderali e i tracciati viari secondari;
  • Alterare i caratteri e le soluzioni costruttive proprie degli alzati esterni e di quella edilizia
    architettonica rurale…, compresi gli interventi di demolizione e ricostruzione. Dovranno
    pertanto essere mantenuti gli intonaci e tutte le soluzioni tecniche costruttive proprie
    dell’edilizia storica locale.
  • È fatto divieto di sostituire gli intonaci con cappotti termici esterni e, per quanto concerne
    l’eventuale istallazione di pannelli fotovoltaici, gli stessi dovranno essere integrati (incassati
    e non sovrapposti) al manto di coperture scelti del tipo opaco, non riflettente e a celle
    colorate nella gradazione cromatica della stessa.
  • Rimuovere o distruggere gli antichi fontanili caratteristici del paesaggio rurale;
  • Eliminare le tradizionali recinzioni dei fondi e realizzare nuove recinzioni che interferiscano
    con la continuità visiva del paesaggio

Possiamo continuare nell’elenco ma potete leggerlo da soli scaricandovi il Decreto, dove troverete
anche le planimetrie allegate: sono state realizzate diverse tavole e non tutti rientrano in questi vincoli. Sicuramente ci rientrano tra le tante zone Castel Campanile, Palidoro, Tragliata e Tragliatella, Testa di Lepre viene solo lambita al confine.

La cosa più pesante è che in alcune aree considerate di alto pregio archeologico è persino vietato
scavare a più di 50 cm.

Abbiamo pertanto fatta una riflessione: ma se vogliamo aiutare gli agricoltori e sostenere la produzione locale come faremo se persino per fare lo scasso dobbiamo chiedere l’autorizzazione?
Ma non sarebbe stato più giusto invece ridurre il lotto agricolo a 3 Ha per dare la possibilità ai figli
dei nostri agricoltori di costruirsi una casa e restare a vivere in questi luoghi che presto invece vedranno la desertificazione umana e agricola?

Perché invece di limitare le azioni degli agricoltori non li sosteniamo nella produzione biologica magari con la creazione di un vero mercato agricolo alle porte di Roma?

Sono domande alle quali speriamo qualcuno ci dia una risposta perché nessuno più di noi ama la nostra terra ma desideriamo dare un futuro ai nostri figli senza lasciargli un pezzetto di riserva indiana dove ci hanno relegato.

I tempi del ricorso avverso tale decreto ci sono ma sono imminenti perché si potrà fare opposizione fino al 10 dicembre prossimo.

Giovanna Onorati. Massimiliano Catini

Riceviamo e pubblichiamo

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