Quando l’iper-attenzione al corpo è una difesa psicologica. Il parere della psicoterapeuta Giulia Gregorini

L’estate 2022 si presenta per molti italiani particolarmente critica, temperature insostenibili e crisi economica galoppante rendono la stagione del relax un periodo di potenziale stress e tensione.

Gli ombrelloni aperti e i lidi affollati aprono lo scenario della “prova costume” per coloro che vivono il proprio fisico con ossessività.

La cura del corpo, l’attenzione all’estetica sono aspetti importanti, che riguardano la salute complessiva della persona e l’amore per sé stessi ma in alcune condizioni, se estremizzati, possono costituire un meccanismo di difesa inconscio.

Quando l’iper-attenzione al corpo può rappresentare una difficoltà più profonda?

Da tempo è stato superato il concetto di dualismo mente-corpo, non sono due entità scisse ma in profonda interconnessione, l’una influenza l’altra, la psicosomatica ne è un’espressione rappresentativa.

Quando la persona vive ossessivamente la cura del proprio corpo, o in termini di ricerca di perfezione estetica, o di ipocondria, ansia esasperata di contrarre malattie, sono segnali da non trascurare che sottendono radici più profonde.

Non siamo solo Corpo

Viviamo in una società che veicola ideali di perfezione fisica, di corpi magri e scolpiti, rischiando di trascurare la fondamentale umanizzazione, l’accettazione di sé con i propri limiti e le proprie risorse, la valorizzazione della soggettività, e quindi della diversità, nonché la cura dell’interiorità.

Spesso si sposta sul corpo una difficoltà di accettazione di sé più profonda, “si aggiusta esasperatamente il fuori per non toccare il dentro”.

Ciò può interferire in maniera disfunzionale in diverse aree di vita della persona, tra cui le relazioni sociali.

Inoltre, inconsciamente si matura una percezione di amabilità erroneamente connessa all’apparenza, alla performance: “sono amabile in base a come appaio”.

È importante prevenire questi aspetti sin dall’età infantile e adolescenziale, che se cronicizzati e pervasivi possono evolvere anche in disturbi psicopatologici.

Paura di ammalarsi o di vivere?

L’ipocondria corrisponde ad uno stato di preoccupazione eccessiva per la propria salute pur in assenza di malattie organiche. 

Un minimo segno di anomalia del proprio corpo viene identificato come un sintomo di potenziale malattia grave o incurabile e a poco servono le rassicurazione mediche, che o vengono evitate o ricercate ossessivamente e con estrema frequenza.

È sempre corretto fare gli adeguati accertamenti medici ma l’ipocondria è sintomo di malesseri psichici più profondi, che sono da ricercare nella soggettività dell’individuo.

Possono riguardare, un rapporto disfunzionale con il controllo; aspetti depressivi sommersi; erronee convinzioni di non aver diritto a vivere e a crescere; lealtà a sofferenze familiari; traumi di esperienze pregresse non elaborati.

Analogamente, anche Il “disturbo di conversione” è un disturbo somatoforme che si manifesta con la comparsa di sintomi provocati da un conflitto psichico o emozionale, e convertiti inconsciamente in sintomi con caratteristiche simili a quelle di una malattia neurologica.

L’attenzione alla dimensione psicologica interferisce significativamente anche sullo sviluppo e l’evoluzione di malattie fisiche.

L’importanza della cura psicologica: dalla difesa alla protezione

Una sana cura di sé non può prescindere dell’accettazione e dall’umanizzazione, dall’empatia per le proprie fragilità, a scapito di ideali artificiali ed irraggiungibili.

Ciò non è possibile senza  l’integrazione dell’attenzione al corpo e  alla psiche, all’interiorità, all’emotività e quindi attraverso la ricerca di una consapevolezza di Sé che trasformi la sintonizzazione dal “Come appaio” alla valorizzazione di “Chi sono Io”.

A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini. Psicologa – Psicoterapeuta

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