Sabato la presentazione di “Tre metri Quadri, 4 anni di visite in carcere”.

La Consigliera Regionale Gaia Pernarella (M5S): “Il Libro di Alessandro Capriccioli merita di essere letto”

Libri al Parco. Appuntamento letterario al Parco della Rimembranza a Terracina

Roma, 5 agosto – Appuntamento Sabato 6 Agosto alle ore 18.30 a Terracina presso il Parco della Rimembranza con “Libri al Parco”, la rassegna letteraria organizzata dal WWF Litorale Laziale che in questa occasione presenta il libro del consigliere regionale Alessandro Capriccioli “Tre metri quadri. Quattro anni di visite in carcere”.

Ad accompagnare l’autore in questo incontro, moderati dal giornalista Cesare Rinaldi, la consigliera regionale Gaia Pernarella, Presidente della Commissione Cultura della Regione Lazio, che spiega: “Nel corso della mia esperienza consiliare ho condotto anche io delle visite ispettive all’interno delle carceri, toccando con mano questo mondo invisibile ma che è parte integrante della società: quello di Alessandro è un lavoro organico, che va in profondità ed è uno di quei volumi che mi sento di consigliare, che meritano di essere letti ed apprezzati”.

In quattro anni Alessandro Capriccioli ha effettuato oltre 40 accessi in tutti gli istituti penitenziari, nelle Rems (le strutture che hanno sostituito gli Ospedali psichiatrici giudiziari) e nel Centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria, un “viaggio” che, sottolinea lui stesso “gli ha consentito di scoprire un mondo che è completamente estraneo agli occhi della stragrande maggioranza delle persone”.

Attraverso l’espediente diaristico, Capriccoli racconta le sue visite sia affrontando le problematiche e i grandi temi che lo caratterizzano, sia descrivendone gli aspetti più minuti, gli scampoli di vita quotidiana, il lessico, le abitudini.

Non un volume tecnico, dunque, ma un racconto, che ha l’obiettivo di aprire le porte del carcere a chi in carcere non è mai stato, e che denuncia la sostanziale sterilità di uno strumento che in teoria avrebbe la finalità di “reinserire” nella società chi ne ha infranto le regole, ma nella pratica finisce per scavare un solco ancora più profondo tra la comunità dei “buoni” e quella dei “cattivi”.

Riceviamo e pubblichiamo

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