“C’è bisogno di tempi certi, interventi adeguati, progetti, capacità amministrative, pena la decadenza ormai evidente di un settore che ha contribuito allo sviluppo di questa città”

Mercato di Civitavecchia

C’è sempre stata in questa città una sottovalutazione del settore terziario, nonostante il numero di aziende, il suo contributo al pil cittadino, e il consistente numero di occupati del settore.

Eppure scelte scellerate ,come l’outlet sono state fatte contro il parere dei commercianti, delle organizzazioni di categoria, contro indagini demoscopiche in cui la stessa città aveva espresso dubbi.

Non solo ma poi chi le aveva avversate politicamente, impostandoci la propria campagna elettorale, le ha fatte proprie.

Quindi sono sacrosante le proteste degli operatori, ancor più giustificate quelle degli operatori del mercato.

Un progetto di ristrutturazione, che si sarebbe dovuto concludere in un anno, come nei paesi civili, si protrae da otto anni circa, attraverso tre giunte di diverso colore, e non se ne vede fine, nonostante e contro la disperazione degli operatori, costretti ad operare (almeno quelli che non hanno chiuso) tra degrado ,arredo urbano inesistente, logistica problematica e infrastrutture inadeguate.

Oltretutto si apprende il fatto che ad un bando per la qualificazione dei mercati, indetto dalla regione Lazio con finanziamenti per circa duecentomila euro (una manna nella situazione attuale) il progetto presentato dal comune sarebbe sfumato per l’assenza di un verbale di accordo con una associazione di categoria.

Se la cosa non fosse tragica, visto che coinvolge il futuro di imprenditori e lavoratori, saremmo veramente alle comiche.

Significa la totale incapacità previsionale, organizzativa e strategica di una amministrazione che invece aveva autorizzato con tutti i crismi della legalità un altro mercato a 500 metri di distanza in piazza Calamatta.

Poi ci si stupisce se i commercianti protestano ed alzano la voce.

Sembra assurdo che si debba rinunciare a duecento mila euro per la mancata firma di un accordo, richiesto in tutti i progetti di finanziamento.

C’è qualcosa di incomprensibile, che spero venga spiegato alla città e in particolare ai mercatali; perdere 200 mila euro di un progetto per la mancata firma o per accordo di una categoria ha veramente dell’assurdo, inspiegabile.

Meraviglia che le associazioni di categoria vadano a traino, e non solo non abbiano alzato la voce ,anzi non abbiano avviato proposte concrete e per prime non abbiano evidenziato la gravità dell’occasione persa.

Non c’ è più bisogno di “incontri” per recuperare e non perdere altre occasioni, c’è bisogno di tempi certi, interventi adeguati, progetti, capacità amministrative, pena la decadenza ormai evidente di un settore che ha contribuito allo sviluppo di questa città.

Tullio Nunzi
Meno poltrone più panchine

Riceviamo e pubblichiamo

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