Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio: “Presentato lo studio sul primo Parco eolico offshore galleggiante d’Italia. Ora il Governo Draghi lo indichi come opera strategica nazionale”

“Oggi a Civitavecchia abbiamo riunito tutti gli attori coinvolti nella realizzazione del primo Distretto di Energie Rinnovabili del Lazio, partendo dalla presentazione dello studio di fattibilità del primo parco eolico offshore galleggiante d’Italia al largo delle coste laziali da integrare con il fotovoltaico e con la filiera produttiva dell’idrogeno verde. I numerosi contributi di oggi dimostrano, in sintesi, che ci sono tutte le condizioni favorevoli necessarie.

Come Regione Lazio abbiamo espresso chiaramente la volontà politica di puntare sulle rinnovabili, anche approvando lo stop agli impianti basati su fonti fossili.

Mi appello quindi al presidente Draghi affinché individui come opera strategica nazionale il parco eolico offshore di Civitavecchia, coerentemente con l’indirizzo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sugli investimenti ambientali e l’obiettivo globale di azzerare le emissioni inquinanti entro il 2050”.

Così Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale della Regione Lazio, a margine del convegno “Eolico offshore per la Transizione Ecologica di Civitavecchia: sfide e opportunità”, svoltosi oggi al Porto di Civitavecchia, presso la sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mediterraneo Centro Settentrionale.

POTENZA INSTALLATA E POSTI DI LAVORO: LE CIFRE – “Il progetto del Parco eolico offshore prevede l’installazione iniziale di 270 MW, con 27 pale eoliche alte circa 250 metri posizionate a circa 20-30 km dalla costa in uno spazio marittimo di circa 25 kmq. Questo primo nucleo impiegherebbe fino a 540 addetti complessivi, per tutte le fasi di sviluppo e l’indotto, che può essere ampliato fino a 1 GW per complessivi mille posti di lavoro. Una prospettiva occupazionale allettante per il territorio rispetto ai 40 posti di lavoro legati alla centrale a gas da 1,2 GW, in sostituzione di quella a carbone.

Come ha ricordato la presidente del Consiglio Ue, Von der Leyen, tutta l’Europa dipende troppo dal gas, visto che lo importa per ben il 90% pagandolo a caro prezzo, e che pertanto dobbiamo puntare sulle rinnovabili per ottenere indipendenza energetica e abbattimento dei costi. Scegliendo il parco eolico offshore di Civitavecchia andiamo proprio in questa direzione indicataci dall’Ue per il futuro”.

FATTIBILITÀ: TERNA PROMUOVE IL PARCO EOLICO OFFSHORE – “Il parco eolico offshore di Civitavecchia è un’ipotesi concreta come confermato dal gestore della trasmissione elettrica Terna, che proprio oggi durante il suo intervento ha dichiarato che ci sono adeguate condizioni tecnologiche per poterlo collegare alla rete nazionale. Un progetto i cui costi, in base alle prime stime riportate, potrebbero essere coperti almeno per il 20% dai fondi del PNRR.

Con il primo Distretto di Energie Rinnovabili del Lazio a Civitavecchia abbiamo quindi l’opportunità di realizzare finalmente la riconversione energetica e produttiva di un territorio che da circa 80 anni sconta le conseguenze negative delle fonti fossili su ambiente, salute, occupazione ed economia locale, rispondendo così alle aspettative di un percorso ampiamente partecipato, che, come dimostrato dal tavolo di oggi, ha riunito attorno ad un unico obiettivo istituzioni locali, mondo della ricerca, esperti e operatori del settore, associazioni datoriali, sindacati e comitati cittadini”, conclude Lombardi. 

Alessio Gismondi (CNA)

Gismondi, CNA: “Distretto delle energie rinnovabili, importante l’impegno espresso dalla Regione perché la transizione sia occasione di vero cambiamento”

Comunicato stampa CNA Alto Lazio

“Il confronto di ieri sul progetto dell’eolico off-shore ha messo in chiaro che la scelta della transizione energetica green non solo è invocata da una comunità che non vede l’ora di uscire da 70 anni di servitù, ma è condivisa e sostenuta con determinazione dalla Regione, che considera l’impianto eolico una infrastruttura strategica e guarda alla creazione, nel comune costiero, del primo grande distretto di energie rinnovabili del Lazio. L’assessora alla Transizione Ecologica, Roberta Lombardi, che negli ultimi mesi ha tessuto un dialogo continuo con tutti gli attori locali e con il mondo scientifico, ha tracciato un percorso la cui direzione è la stessa indicata dalla nostra Associazione: il cambiamento del modello di sviluppo del territorio. Un percorso non facile, tanto più se si considera la posizione espressa, sempre nella giornata di ieri, dal Consiglio Europeo sul ricorso al gas, ma l’impegno della Regione dà forza alla nostra visione”. Così Alessio Gismondi, presidente della CNA di Viterbo e Civitavecchia, a proposito del convegno sull’eolico off-shore tenutosi al Porto di Civitavecchia.

Come si ricorderà, la CNA aveva proposto, all’inizio di quest’anno, la candidatura di Civitavecchia a polo di produzione e di ricerca delle rinnovabili, con particolare riferimento all’idrogeno verde. Gismondi è intervenuto ieri, nella sessione pomeridiana dell’evento. “La parola chiave – ha detto – è ‘cambiamento’. Cambiare è un dovere, per noi, per i giovani di oggi e per le generazioni che verranno. Per farlo, abbiamo un’occasione unica: le risorse del Pnrr, che l’Europa ci ha assegnato perché ha avuto fiducia nella capacità dell’Italia di investire sul futuro”.

“La transizione energetica è sicuramente tra le grandi sfide. Dal 2020 in Europa le rinnovabili hanno superato i combustibili fossili come prima fonte di energia, attestandosi al 38%: si può fare ancora meglio. Quella dell’eolico off-shore galleggiante – ha osservato il presidente della CNA – è una delle vie per la produzione di energia tra le più performanti: in Europa sono ad oggi installate 5.000 turbine che producono 25 GW, l’ambizione della Comunità Europea è arrivare ad una produzione di 60 GW entro il 2030 e 300 GW entro il 2050. Ci sono le condizioni, il mare e soprattutto il vento, per realizzare un impianto al largo di Civitavecchia, come confermano gli studi presentati”.

Il progetto dell’eolico, che prevede anche un polo per la produzione di turbine, deve essere l’occasione per ripensare la funzione del Porto e valorizzarne le potenzialità. Guardando all’esperienza del Portogallo, Gismondi si riferisce, per esempio, alla possibilità di organizzare attività come l’assemblaggio dei componenti delle turbine.

Nel suo intervento, il presidente della CNA ha evidenziato come la sfida delle rinnovabili sia vincente anche sul piano dell’occupazione. “Per la produzione di energia a Civitavecchia, ci viene prospettato un altro combustibile fossile: il gas. Questo tipo di riconversione porterà a un taglio importante dei posti di lavoro. Saranno sufficienti appena quaranta unità per operare all’interno di una centrale alimentata a turbogas. Economisti del calibro di Jeremy Rifkin ci dicono che un occupato nella produzione di energia da combustibili fossili equivale a dieci occupati nell’ambito delle rinnovabili. Parliamo, in questo secondo caso, di posti di lavoro per i quali si richiedono nuove competenze, profili professionali qualificati da formare”.

Civitavecchia ha già dato tanto al Paese. Il turbogas è una opzione che respingiamo. Bisogna voltare pagina, in fretta. Puntare su energie rinnovabili, ricerca e sviluppo di tecnologie innovative per poter coniugare ambiente, salute e lavoro. Ascoltando sempre, come si è fatto oggi, le voci che salgono dal basso: quelle dei giovani che manifestano per la lotta ai cambiamenti climatici e quelle della miriade di piccole imprese costrette ad affrontare aumenti dei costi dell’energia sempre meno sostenibili, le stesse che con sacrificio e spirito di abnegazione hanno consentito al nostro Paese di ripartire dopo la pandemia”, la conclusione di Gismondi.

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