Bonus edilizia a rischio, una flessione del settore sarebbe un disastro. Il governo sblocchi il mercato dei crediti”

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La CNA aveva subito espresso preoccupazione per le ennesime modifiche normative che hanno introdotto forti limitazioni ai soggetti autorizzati ad acquisire i crediti.

E adesso le indicazioni dei principali gruppi bancari su un imminente stop all’acquisto dei crediti d’imposta legati ai bonus edilizi confermano, purtroppo, quelle preoccupazioni. Una situazione che anche nel nostro territorio potrebbe risultare deflagrante.

Secondo la segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia, Luigia Melaragni, infatti, “se l’attività dei cantieri dovesse subire un ridimensionamento se non un blocco, per l’economia locale sarebbe un
disastro”.


L’efficacia degli strumenti di incentivazione, per la Confederazione, è strettamente connessa alla stabilità nel tempo e alla chiarezza delle misure.

Dopo la paralisi provocata dal decreto antifrodi, le modifiche alla norma che consentono fino a tre cessioni dei crediti a intermediari autorizzati non sono state efficaci per far ripartire il mercato dei crediti
d’imposta.

L’impossibilità per le banche di effettuare una ulteriore cessione dei crediti a soggetti interessati ad utilizzarli, espone le micro e piccole imprese che hanno effettuato lo sconto in fattura ai propri clienti a
gravissimi rischi di liquidità.

L’estensione fino a quattro cessioni prevista nel decreto energia in fase di conversione va nella giusta direzione per riattivare il mercato.


Oggi le imprese devono svolgere un ruolo che non compete loro, quello di intermediari, che anticipano i benefici degli incentivi riconosciuti dallo Stato ai committenti dei lavori.

La CNA ormai da tempo sta sollecitando il governo a intervenire per riattivare il mercato dei crediti d’imposta e superare limiti e rigidità del sistema bancario e di Poste Italiane, permettendo ai bonus edilizi di sostenere una componente molto rilevante della domanda interna e concorrere a raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico.

“Un discorso che vale anche nel nostro territorio – conclude Melaragni – perché il settore dell’edilizia qui ha una ricaduta molto rilevante. Metterlo in ulteriore difficoltà, dopo quelle già affrontate negli ultimi anni, sarebbe un colpo duro da assorbire”.

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