Giovedì dell’Archeologia. Il 20 Gennaio alle ore 17,00 alla Biblioteca in Piazza Calamatta per parlare di Alessandro Magno

I giovedì dell’Archeologia incontri culturali sull’antichità e il territorio
a cura del Museo Archeologico Nazionale di Civitavecchia e del Comune di Civitavecchia, 

in programma il giovedì alle ore 17.00  presso la Biblioteca Comunale “ “A. Cialdi”, Piazza Calamatta, 18 – Civitavecchia
GIOVEDI’ 20 GENNAIO 2022FILIPPO COARELLI (Prof. emerito Univ. Perugia)EUGENIO LO SARDO  (già Direttore Archivi Stato Roma): Alexander Stupor Mundi: il Colosso di Rodi

Alessandro Magno rese ordinario lo straordinario e lasciò un’impronta indelebile sul mondo. In dieci anni (334-323 a.C.) ampliò a dismisura lo spazio economico, unendo in un unico contesto l’Europa e l’Asia.

Le opere che realizzarono i suoi successori, continuamente in guerra, portarono impresso il marchio del loro ispiratore e caratterizzarono un’epoca di stupefacenti progressi. Due creazioni in particolare sintetizzano quel mirabile momento: il Faro di Alessandria e il Colosso di Rodi. Di ambedue queste opere abbiamo pochissime tracce e ci si sforza continuamente di ricostruirne con fedeltà l’immagine e le funzioni.

Il Faro si trova rappresentato con una certa precisione su un antico mosaico; del Colosso si hanno solo tarde e fantasiose riproposizioni. Nel Museo di Civitavecchia, invece, come indicato da insigni studiosi, si può riconoscere nella bellissima statua di Apollo Helios, trovata a Santa Marinella nella villa marittima del giurista Ulpiano, una raffigurazione, forse unica al mondo, del sublime lavoro di Carete di Lindo.

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Immaginata nel fuoco di un terribile assedio, quando gli abitanti di Rodi combattevano contro Demetrio Poliorcete, l’enorme statua, alta più di trenta metri, e perciò divenuta una delle Sette meraviglie, da allora in poi si erse a simbolo di libertà dei popoli. E a ulteriore scorno per l’aggressore sconfitto fu forgiata nel bronzo stesso delle terribili armi che avrebbero dovuto distruggere le difese dell’orgogliosa città.

Creata per indirizzare le navi verso l’isola di Rodi ancora oggi questa mirabile statua svolge un ruolo legato alla vita del mare e accoglie i viaggiatori nel nostro porto, uno dei più grandi scali del Mediterraneo. 

Riceviamo e pubblichiamo

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