Qual è la nostra risposta a questa domanda? …in apparenza semplice, ma che ha a che fare con il nostro rapporto con l’ambiente.

Tiokasin Ghosthorse, nativo americano, in un recente incontro ha offerto ai partecipanti la possibilità di superare le strettoie di un linguaggio antropocentrico, volto allo sfruttamento della Terra, e sviluppare un approccio di cooperazione e interazione con la vita.

Soffermiamoci sulla domanda proposta: vivo SULLA Terra o vivo CON la Terra?

Il linguaggio, si sa, esprime il pensiero, può generare divisioni, indicare superiorità, innalzare muri, oppure essere inclusivo e accogliente.

Il significato di vivere SULLA Terra è ovvio, indica il luogo in cui viviamo, ma la preposizione SU può arrivare ad esprimere un concetto di dominio, una posizione egocentrica e arrogante.

Se ci fosse richiesto di disegnare questo concetto, lo rappresenteremmo con l’essere umano al vertice della piramide biologica.

Al contrario, vivere CON la Terra recupera quel contatto con la natura, che forse abbiamo perso. In quanto essere umani non siamo superiori o inferiori a qualcuno o a qualcos’altro, semplicemente siamo insieme, siamo CON.

Vivere CON la Terra significa accogliere il ritmo della natura, camminare insieme, comprendere il calendario del cosmo. La Terra e gli altri pianeti sono in equilibrio tra loro, guai se così non fosse!

Qual è la nostra risposta a questa domanda? in apparenza semplice, ma che ha a che fare con il nostro rapporto con l’ambiente.

Come ci poniamo? da abitanti conquistatori? o abitanti consapevoli e rispettosi di questo equilibrio prezioso, che genera e garantisce la vita.

Purtroppo stiamo vivendo un momento drammatico: una guerra mai così vicina alle nostre case. “Niente è più barbaro della guerra.

Niente è più crudele”, così il filosofo buddista Daisaku Ikeda inizia il suo romanzo La Rivoluzione umana. Niente è più stupido, distruttivo, insensato della guerra. Essa è generata dalle peggiori qualità dell’essere umano.

Non è questa la sede per analisi geopolitiche su quanto sta accadendo, tuttavia ciò che si presenta ai nostri occhi sono città distrutte, macerie, rifiuti pericolosi, inquinamento del suolo, dell’aria, alberi bruciati, animali in sofferenza, uccisi, cadaveri, disperazione.

Quanto disprezzo per la vita, disprezzo per ciascun essere vivente, che sia essere umano, animale, pianta, disprezzo per l’ambiente.

Il male e il bene non sono distinti, non sono neanche due facce della stessa medaglia, essi sono la stessa cosa, la differenza è in noi, il male ci permette di tirare fuori il bene, ed ecco che diviene bene. Il Covid, un essere vivente microscopico, che ha colpito e ucciso centinaia di migliaia di persone, cosa ci ha insegnato?

Che siamo profondamente interconnessi, un’unica famiglia vivente. Questa guerra “sacrilega” (come afferma Papa Francesco), oltre alla sua distruttività (come se non lo sapessimo, ma purtroppo dimentichiamo facilmente) ha mostrato crudamente come essa giaccia silente nel cuore di noi esseri umani.

È lì che dobbiamo combatterla. Sta a noi trasformare questo disastro in un deciso cambiamento che permetta la sopravvivenza del genere umano, degli esseri viventi e dell’ambiente.

Abbiamo bisogno di compassione, di cura, di rispetto l’uno per l’altro, di equità sociale, di benessere psico-fisico, di vivere in un ambiente sano, di vivere CON la Natura.

Di questo e di altro ci occuperemo nei nostri prossimi appuntamenti.

Carla Celani

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