Non cadiamo nella trappola, rilanciamo, non buttiamo alle ortiche i progetti, la visione sostenibile di un Italia green e autonoma.

Quante volte nella vita ci siamo trovati di fronte a un bivio, alle sliding doors, quelle porte scorrevoli che ci portano a scegliere una strada piuttosto che un’altra, a prendere una decisione dalla quale dipenderà il lavoro, il luogo dove abitare, le relazioni affettive, la vita in generale.

Anche ora ci troviamo di fronte a un bivio: crisi energetica, crisi alimentare, che fare? cerchiamo soluzioni più immediate, già percorse, conosciute; è più facile aumentare la produzione di energia da fonti fossili, e al diavolo i buoni propositi sul rinnovabile! Per la crisi alimentare, perché produrre biologico, meglio tornare a coltivazioni intensive con dannosi pesticidi chimici.

Nelle nostre scelte quanto siamo condizionati dalla paura?! e quanto coloro che ci convincono a percorrere antichi sentieri sono spinti dal business e dal profitto per se stessi!

Il permafrost si sta sciogliendo e l’Artico diventerà il maggior produttore di gas serra; probabilmente non riusciremo a mantenere l’aumento del riscaldamento globale entro un grado e mezzo (secondo l’accordo di Parigi).

Ecco il bivio

Non cadiamo nella trappola, rilanciamo, non buttiamo alle ortiche i progetti, la visione sostenibile di un Italia green e autonoma. È il momento di rilanciare e ognuno può fare la propria parte! In una “energia di prossimità” ciascuno di noi, che sia cittadino, funzionario pubblico, imprenditore, può opere delle scelte sostenibili nella vita quotidiana, nell’uso dell’energia, sulla mobilità e in campo alimentare.

Nonostante le difficoltà e lo scetticismo, si portano avanti iniziative e progetti verso energie green.

L’Agenzia nazionale dell’Energia rassicura che le rinnovabili registreranno un nuovo record positivo nel 2022. Tra le rinnovabili, il fotovoltaico “rappresenterà il 60% dell’aumento della capacità rinnovabile globale”.

Occorrono politiche sempre più decise, chiare e condivise. Il Decreto Legge convertito in Legge il 21 aprile, e il Decreto Aiuti prevedono una forte accelerazione e semplificazione sul fotovoltaico, la cui installazione è stata autorizzata sui tetti di edifici pubblici e privati, sui tetti dei centri storici, in aree agricole e industriali.

  • È stato rimosso il vincolo del 10% di superficie agricola per l’installazione di pannelli fotovoltaici sollevati da terra.
  • È prevista la concessione di aiuti in favore delle aziende agricole, zootecniche, agroindustriali per l’installazione di pannelli sulle coperture delle strutture produttive, e la possibilità di vendere in rete l’energia prodotta.

Dunque, si può fare! “Anche nella mia azienda agricola sto pensando di adeguarmi con pannelli fotovoltaici e accumulatori. Certo è un investimento importante, ma credo sia il futuro per la mia attività”.

Considerazioni queste di un imprenditore agricolo della zona. C’è uno studio interessante e convincente dell’Università della Tuscia sull’agrivoltaico, necessario perché contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del 2030; poiché consente all’agricoltore di percepire un reddito aggiuntivo; tornare ad utilizzare e valorizzare terreni lasciati incolti o abbandonati perché considerati di scarso valore; tornare a colture locali e tradizionali; proteggere il suolo da speculazioni edilizie.

Sono fiduciosa: occorre guardare oltre l’ostacolo, superare le perplessità attraverso una conoscenza approfondita, scegliere una strada sicuramente nuova (ma l’unica percorribile) e costruire una sicurezza di vivibilità sul pianeta a noi e ai nostri figli.

Carla Celani

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