Non solo ordinanze ministeriali a cui attenersi, ma la sperimentazione locale diviene “scuola nazionale”

Basta con una scuola chiusa tra quattro mura, occorre promuovere una “scuola diffusa”, che dialoghi con il territorio, poiché tutto concorre alla formazione dell’individuo.

Il territorio diviene partner educativo, un luogo di sperimentazione, di ricerca, di scoperta, che muove dalla realtà locale verso una dimensione globale. Questa è la “scuola di prossimità” che favorisce “un sistema formativo allargato” (fonte INDIRE)

Seguendo l’esempio della scuola potrebbe svilupparsi una “energia di prossimità”

In attesa di costruire centrali solari, parchi eolici, in attesa di raggiungere un’autonomia energetica, mentre aspettiamo i progressi della tecnologia, le disposizioni attuative di un piano energetico nazionale, produciamo un’energia “locale”, parcellizzata, che realizzi un “sistema energetico allargato”, al quale sistema, noi, singoli cittadini, le imprese, gli enti locali possano partecipare.

Non c’è tempo da perdere! Con sinergia e concretezza, occorre agire.

Qualcosa si muove. Nel DL Energia del 1 marzo 2022 n.17, conosciuto come il Decreto Legge Bollette, il Capo II è dedicato alle “Misure strutturali e di semplificazione in materia energetica”.

  • Vengono semplificati i regimi di autorizzazione per l’installazione di impianti fotovoltaici (art.9);
  • definite le aree su cui posizionare impianti solari fotovoltaici e termici (art.10);
  • regolamentato lo sviluppo del fotovoltaico in area agricola (art.11);
  • semplificate le procedure autorizzative per gli impianti offshore (art.13).

Insomma un decreto interessante, che tra le numerose proposte, intende rendere autonome dal punto di vista energetico numerose e differenti aree geografiche.

Non mancano posizioni e punti di vista contrastanti su alcuni articoli di questo decreto, nella speranza che vengano smussati quando verrà convertito in legge.

Argomento ampio a cui dedicheremo ulteriori riflessioni è l’applicazione in campo agricolo di pannelli fotovoltaici, ovvero l’agrivoltaico, diverso dal fotovoltaico tradizionale.

Quest’ultimo subisce forti limitazioni, dovute in Italia alla scarsità di superfici disponibili per vincoli ambientali, paesaggistici, urbanizzazione e destinazione agricola dei terreni.

Il fotovoltaico in Italia viene perlopiù posizionato sui tetti di edifici di diverso tipo e destinazione, subendo anche in questo caso limitazioni di natura tecnica o per vincoli storici e culturali degli edifici stessi.

Il termine, agrivoltaico, sintesi di due parole agricolo e fotovoltaico, apparve per la prima volta nel 2011 e significa l’interazione tra pannelli fotovoltaici e attività agricole.

Nel sistema agrivoltaico i pannelli sono in grado di orientarsi verso il sole e sono posizionati ad un’altezza tale da consentire il passaggio dei mezzi agricoli.

All’agrivoltaico sono già stati destinati dei soldi nel PNRR, poiché innumerevoli potrebbero essere i vantaggi: tra cui la possibilità di continuare a coltivare il terreno, proteggendolo da escursioni termiche che danneggerebbero le colture.

L’impianto potrebbe influenzare positivamente la distribuzione dell’acqua piovana, limitarne l’evaporazione, condizioni che potrebbero incrementare la produzione stessa delle colture.

Last, but not least, l’azienda agricola diventerebbe autonoma dal punto di vista energetico.

Nonostante questi vantaggi, non tutti sono favorevoli all’installazione di tali impianti. La paura è che, con le offerte economiche degli incentivi sulle rinnovabili, si perdano terreni destinati all’agricoltura, che gli incentivi non siano sufficienti e convenienti per superare le spese.

Paura, ingiustificata, che si può superare definendo chiaramente e senza ambiguità le disposizioni legislative, e approfondendo la conoscenza su queste nuove possibilità tecnologiche.

Insomma, liberandoci dai vincoli di categoria, pensando al bene comune, agiamo localmente e in sinergia percorriamo coraggiosamente strade anche “nuove”, che sviluppino lavoro, che migliorino l’efficienza energetica del territorio.

Guardiamo lontano, contribuendo ad un Paese libero da sudditanze energetiche, promuovendo un pianeta vivibile, pulito e sostenibile.

Carla Celani

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